lunedì 3 marzo 2008

LA COMPAGNIA DELLE CIASPOLE

24 febbraio 2008
Era una mattina buia, fredda, umida e nebbiosa…
Vabbè non esageriamo, c’era giusto un po’ di nebbia, che ci ha accompagnato per tutto il viaggio ma il tempo non era così brutto, e poi io ho dormito per tutto il tragitto, dovevo smaltire i bagordi della sera prima e cosa c’è di meglio di una sana e rilassante e per niente faticosa (!!!) camminata, sorry , CIASPOLATA in montagna?!
Bando alle ciance, la compagnia della ciaspola era composta da Elisa (soprannominata “Radio” o “Ghiottona” o da me palla al piede), Cristina (la mia “personal shopper” che ringrazio ancora per avermi trovato la giacca da sci ultra trendy), Paolo (che s’è lanciato e mi ha sfoggiato un completino da profugo con tanto di moon boots anni ‘80), Bruno (il Brunig ribattezzato subito Maestro di ciaspola Yoda) e da me, Elena (per modestia e dall’alto della mia benevolenza lascio ai miei compagni ogni commento).
Ritrovo da Elisa alle 7, ovviamente Cristina ed io eravamo in ritardo (sai com’è… trucco e parrucco... e poi prepara lo sfilatino per la gita…etc etc), invece Paolo, che abita lì, è caduto dal letto direttamente sul sedile della suocera (e si vede perché ha ancora la riga del cuscino stampata in faccia nonché la bolla al naso), quindi partenza alla volta di Milano per caricare il Brunig e finalmente via verso Domodossola da Giorgio per recuperare le ciaspole (a proposito: grazie ancora!).
Arrivati a Milano confondiamo (beh…Elisa) il posto di ritrovo concordato col Brunig (era il Lido o il Palalido?), ci fermiamo davanti al Palalido, scendiamo tutti e 4 dalla macchina e ci guardiamo intorno.
Ad un certo punto Elisa si avvia verso 1 tipo che arrivava bello deciso con tanto di zaino in spalla, vediamo che gli va incontro, si sbraccia, pare lo stia salutando.
Paolo, Cris ed io ci guardiamo e chiedo se fosse Bruno… e infatti non era lui! Opssss (ci sembrava un po’ troppo pakistano per essere lui ma Elisa era partita bella spedita)
Ah, ho dimenticato di dire che in questo lasso di tempo stavo armeggiando con la cerniera dei pantaloni da sci, in pratica era aperta e davanti avevo la calzamaglia di fuori, quindi appena il pakistano è arrivato davanti a noi, siccome ero impresentabile mi son girata di schiena… cacchio… dietro c’erano 2 della nettezza urbana che stavano passando il camion aspira tutto sul piazzale del Palalido e io lì con sta roba in bella vista.. beh.. però.. che effetto che faccio, son partiti anche 2 sanpietrini! (sì ma per il getto troppo forte del camion ciuccia tutto!!).
Mi ricompongo mentre Paolo sghignazza ed ecco il Brunig, facciamo le presentazioni e via, si parte, …e finalmente posso dormire.
Arrivati a Domodossola, ritiriamo le ciaspole a casa di Giorgio, poi colazione (beh… la sosta pipì e cappuccio e brioche non si negano mai a chi s’è appena svegliato), e poi su fino all’ultimo parcheggio a Baceno.
Oh eccoci arrivati, ci cambiamo (mmmmmmmmmmh che abbinamenti che ci sfoggiano i “Casa Vinello”, Elisa e Paolo, lei per non farsi mancare nulla si fa pure le trecce da Heidi!), Cris sfoggia il suo pile rosa nuovo di zecca, quindi ci mettiamo in fila per la navetta, teletrasporto e via, siamo alle prime casette e all’inizio della strada innevata.
Erano le 11 passate, il sole splendeva alto e nel cielo non c’era nemmeno una nuvola: fantastico! Faceva un gran caldo quindi ci siamo tolti tutto, siam rimasti in maglietta a maniche corte, e dopo esserci incremati per bene, l’avventura è finalmente iniziata… beh.. non subito… abbiam fatto 300 metri con gli scarponcini finchè Brunig ha deciso che era giunto il momento di ciaspolarsi, è un po’ un casino coi laccetti ma possiamo farcela, ecco, le abbiamo infilate, faccio due passi…. aaarg… mi sembra di cadere… calma… beh… però … non male… non sembra difficile… vai… spettacolo! Camminiamo nella neve non battuta e non sprofondiamo!! CHE INVENZIONE GENIALE!!
Facciamo il primo pezzo pianeggiante e intanto ci godiamo il paesaggio, vediamo un paio di persone intente a realizzare i famosi pupazzi di neve nani o in miniatura che dir si voglia, che poi verranno fotografati da vicino e verranno spacciati per giganteschi (vero Elisa??!!), e poi TA DAAAAA il muro!
Iniziamo a salire e vedo che gli altri incominciano ad essere più avanti di me, un po’ più avanti, decisamente moooolto più avanti… inizio ad avere le visioni, caspita che svarione ma ecco Brunig giungere in mio soccorso: è lì, alto e aitante, senza un filo di sudore perché è allenatissimo, e mi porge il suo aiuto, e da vero Maestro Yoda si mette al mio capezzale e mi chiede se faccio sport e se vado a camminare d’estate!
Bravo..infierisci…già sto morendo, già vedi che non ho fiato e che non ho “le physique du rolle” e mi chiedi se vado a camminare… ti pare il caso?!! Che humor inglese!
Vabbè mi ripiglio e la salita riprende, raggiungiamo gli altri, Cristina mi guarda tutta soddisfatta e con aria di sufficienza, con un sorriso da orecchio a orecchio perché pensava di essere lei la meno allenata (brava.. infierisci pure tu!); Paolo si crogiola al “sole buono” della montagna (tanto è completamente ricoperto di crema) ed Elisa per confortarmi inizia a raccontare di una ciaspolata in notturna durante la quale Paolo era talmente spossato che è arrivato al rifugio grazie ai cioccolatini, e di una loro amica che quella volta si era fermata ansimante tra i boschi, e di quell’altro che… guarda Ely, sto benissimo, mi sono ripresa e sono un fiore = ))
Intanto ci godiamo lo splendido scenario che si sta aprendo davanti a noi: in lontananza si vede una conca contornata da montagne rocciose innevate, nel mezzo si scorge un paesino costruito sulle rive di un torrente, composto da una ventina di casette in pietra e legno ben ristrutturate e una chiesetta.
Brunig-Yoda, appassionato di montagna e pratico della zona, ci spiega che si tratta di Crampiolo, ridente paesino situato nel Parco Naturale dell’Alpe Devero, località turistica nell'Ossola, in provincia di Verbania, dove è possibile trovare tutto ciò che rende straordinaria la montagna.
Ed è vero: il paesaggio è assolutamente incantevole, sarà il sole, saranno le montagne che si stagliano nette nel cielo limpidissimo color azzurro-blu che ricorda l’estate, sarà che fa caldo, sarà la compagnia ma veramente il cuore ci si riempie di gioia!
E si vede tanto che si ride e si scherza, decidiamo di lasciare il sentiero battuto e di azzardare un fuori pista sulla mini-cresta di un avvallamento.
Eccoci lì, uno dietro all’altro, Brunig-Messner-Yoda guida la nostra spedizione esplorativa e noi dietro come i pulcini che seguono la chioccia, intanto ci divertiamo a lasciare le nostre impronte nella neve immacolata e a lanciarci improbabili palle di neve.
Non facciamo in tempo a dire: “guarda queste a lisca di pesce..” che si sente un tonfo seguito da un gridolino, ci giriamo e vediamo Elisa che dall’alto del suo metro e cinquanta è sprofondata con una gamba nella neve fino a metà coscia!
Che ridere! Iniziamo tutti a sbellicarci perché per metà è infilata nella neve mentre le braccia sono rimaste alzate attaccate ai bastoncini ben infilzati nel terreno!
L’occasione è ghiotta e Brunig-Yoda ne approfitta per farle una foto mentre Paolo, fidanzato di Elisa, sembra sfiorato dall’idea di abbandonarla lì così e proseguire con le due stragnocche (saremmo Cristina ed io).
Recuperata l’imbranata di turno, ci facciamo ancora un po’ di foto, Paolo trova finalmente un cespuglio in cui “liberarsi”, e arriviamo alla parete da cui dobbiamo scendere.
Brunig-Yoda apre la via e in men che non si dica, con le sue ciaspole dalle sette leghe si ritrova giù; Paolo, con le sue gambe lunghissime e affusolate, lo segue a ruota; poi partono Elisa e Cristina, sembrano un po’ due gatti di marmo ma non c’è male.
Già e io?… beh… non vedevo l’ora… mentre Brunig mi gridava di scendere e di non togliere le cisapole, ovviamente ho tolto le ciaspole, mi son messa lo zaino davanti e son scesa di sedere!
Che figata pazzesca, scivolavo giù che era un piacere! Ho lasciato una scia lungo tutta la parete, ho aperto un varco per tutti quelli che fino al disgelo vorranno scivolare sulla neve senza avere il bob, o lo slittino, o la padella o un sacchetto di plastica!
Soddisfatti e inzuppati di neve (io), entriamo a Crampiolo, purtroppo non è possibile pranzare al rifugio o all’agriturismo locale perché non c’è posto, quindi decidiamo di visitare la chiesetta e di continuare a salire fino alla diga e al lago ghiacciato.
La chiesetta è spettacolare: è una bomboniera, con pavimento in pietra, affreschi ben conservati alle pareti, panche in legno e fiori freschi…. tanto che Elisa e Paolo sembrano quasi decidere di sposarsi lì e di fare il pranzo all’aperto in mezzo alla natura.. (vabbè sto romanzando, l’idea era mia)
Proseguiamo la salita, c’è un sacco di gente in giro, il bello è che ci si saluta tutti con un sorriso sincero sui volti affaticati ma sereni, forse perché siamo tutti uguali nel condividere uno spettacolo così incredibile della natura, il paesaggio e la fatica ci accomuna e c’è un senso di tacita condivisione.
Durante la salita Elisa continua a perdere le ciaspole: per forza, ha indossato un paio di scarponcini con la punta leggermente all’insù in stile Alì Babà e Alladin quindi le si infila sotto la neve, si crea una sorta di zeppa e la ciaspola si sfila!
Cristina prosegue beata insieme a Brunig-Yoda e a Paolo, ribattezzato cervo a primavera per le sue doti da stambecco scalatore.
Io continuo a fermarmi e mi stupisco anche che persone molto più anziane di me mi superino senza fiatone e senza batter ciglio fresche come rose!
Finalmente si vede la diga, finalmente ci arriviamo… aaaaah che spettacolo il lago ghiacciato!
Un deserto di neve dove si ergono gli isolotti per una volta raggiungibili a piedi.
E finalmente il pranzo! C’è talmente tanta neve che riusciamo a sederci sulla sommità del muro della diga, è molto largo tanto che riusciamo a sistemare gli zaini, a sdraiarci indisturbati per consumare il nostro meritatissimo e gustosissimo pranzo al sacco a base di panini, focaccia, brioche, cioccolato, succo di frutta, acqua, frutta… sì beh… abbiamo un po’ esagerato!
Finito il pranzo Brunig-Yoda aiutato dall’immancabile cartina, ci spiega i nomi delle montagne, così ce ne stiamo col naso all’insù finché non vediamo uno sciatore scendere in fuori pista dalla cima della Punta Fizzi facendo lo slalom tra le rocce…. TZE’…Bambino…. Perché Paolo non aveva portato gli sci sennò vedevi!
Finito lo show, il maestro Yoda ci invita a ricomporci (dovevo rimettermi le scarpe, sì perchè oltre alla giacca mi ero comprata le calze super tecniche nuove e son talmente autoscaldanti che avevo i piedi in fiamme!!praticamente 2 zamponi, mancavano giusto le lenticchie), ci rivestiamo e via si scende verso il lago ghiacciato.
Che emozione, Yoda va avanti e ci fa strada perché il clima è talmente caldo che sulle rive la crosta ha iniziato a creparsi e lasciarsi andare creando delle spaccature attraverso le quali si intravedono lo strato di neve ed il ghiaccio.
La marcia prosegue, siamo in fila indiana e sembriamo la compagnia dell’anello nei suoi tempi migliori, un immenso deserto di ghiaccio, il paesaggio è lunare e poi con noi c’è quella marziana dell’Elisa che ogni tre per due si ferma per togliere la zeppa di neve che le si forma sotto la punta degli scarponcini da Alì Babà.
Tra l’altro ad un certo punto vediamo che l’ingegnere in miniatura (Elisa) inizia a trafficare con una delle rotelle dei bastoncini, vediamo che la svita e se la mette in tasca, poi prende il bastoncino e si ficca ripetutamente la punta sotto la scarpa così da togliere la neve, poi tutta soddisfatta ricomincia a camminare verso di noi per raggiungerci: uno spettacolo impietoso, il bastoncino con la rotella resta a galla, l’altro sprofonda di molto nella neve bucando la crosta ghiacciata e lei imperterrita con le sue treccine da Heidi e il suo sorriso smaliante continua ad avanzare dondolando e ancheggiando come l’Ercolino sempre in piedi!
Paolo è sconsolato e ormai distoglie lo sguardo, non la guarda nemmeno più, spera solo che la potenza del sole apra una crepa sotto lei e che la voragine la inghiotta senza lasciarne traccia… e così vissero felici e contenti. (ehm… no … non c’entra nulla)
E la marcia continua, tra scherzi, battute, alcune censurate per ovvi motivi, la Cris fa birdwatching, Elisa zoppica, finchè giunti a metà lago decidiamo di fare la foto di gruppo: Brunig-Yoda si crea un trabattello d’appoggio con lo zaino e noi, tranquilli e pacifici ci mettiamo in posa uno ammassato all’altro.
Il posto è talmente incantevole che ci viene voglia di giocare nella neve: Paolo si sdraia ed Elisa gli salta addosso (poverino…. schiacciato dalla ghiottona); io mi sdraio e faccio l’angelo; Brunig continua il reportage fotografico; Cristina tenendo i piedi fermi inizia ruotare il busto trascinando i bastoncini così da creare un cerchio intorno a sé…. WOW… è la figlia di Ennio Doris e lo scopriamo così a 2000 metri!!
Tra una battuta e l’altra inizia la guerra a palle di neve, tanto fa caldissimo, finchè la lotta viene interrotta dalla Cris, il birdwatching dà i suoi frutti: in lontananza infatti, si vede sopraggiungere un uomo, anzi è un bel ragazzo, sembra proprio aitante, anzi lo è sicuramente.. ci saluta come si usa in montagna… e via, la Cris sente il richiamo dell’ormone e parte all’inseguimento.
Riprendiamo la marcia ma è impossibile stargli dietro, facciamo una salita e torniamo sulla terra ferma, Elisa si sdraia nella neve e finisce sommersa dalle nostre palle, poi, appena ripartiti, ad un certo punto finisce lunga e tirata modello pelle d’orso: per forza ha conficcato la punta della ciaspola nella neve!
Eccoci tornati alla diga, e via si inizia la discesa, il clima è bellissimo, c’è meno gente in giro e la natura è al suo massimo splendore: è impossibile non girare col naso per aria.
Giunti al paesino ci infiliamo nel Rifugio Fizzi, il proprietario, un uomo barbuto e un po’ burbero tipo il nonno di Heidi, ci accoglie e ci fa accomodare.
A parte Paolo che si prende un te caldo, noi optiamo per la gazzosa e per birra e gazzosa, belle fresche, e ovviamente come disdegnare una bella porzione di strudel e crostata di ricotta fatte in cas?! Spettacolari, buonissime, con tanto di cremina alla vaniglia e castagne sotto spirito spelate.
Nel frattempo iniziamo a giocare con i gatti e stringiamo amicizia con Fabio, il cuoco nonché figlio del nonno di Heidi, il quale ci racconta della vita in quell’angolo di paradiso fuori dal mondo e ci confida che i suoi vivono lì in pianta stabile da ben otto anni, anche durante le tempeste di neve con la temperatura a – 20 gradi!
Poi purtroppo è ora di ripartire, son le 16.30 passate, inizia a fare freddino, quindi ci avviamo verso il bosco e Brunig ci porta per un sentiero molto suggestivo da cui comunque attraverso le piante spoglie si intravedono le montagne che vicino al tramonto forse sono ancora più belle.
E via, giù veloci dal sentieri tra le solite battute e l’allegria generale, arriviamo così alla fermata della navetta e fortuna vuole che sopraggiunge in quell’istante proprio per l’ultima corsa.
Eccoci al parcheggio, ci cambiamo, risaliamo alla volta di Domodossola per riconsegnare le ciaspole e via verso Milano.
In auto si mangiucchia ancora qualcosa, Cris si offre di sbucciare le arance, Elisa guida, mentre guida mangia e mentre mangia parla, Brunig è tramortito da tante chiacchiere, Paolo pensa alle sue gambe gonfie, Cris ascolta… ricordo solo una parte del viaggio perché poi… mi son addormentata felice e beata come una bambina.
Riapro gli occhi e vedo il traffico, tempo grigio.. sì.. siamo a Milano.
Ma che importa se qui siamo nello smog e nel casino, noi siamo tutti belli colorati dal sole, siamo stanchi ma contenti, soddisfatti dell’esperienza che abbiamo avuto la fortuna di condividere, abbiamo appagato gli occhi, lo spirito ed il cuore e ritrovare la semplicità della natura ci ha dato una carica emotiva che si è protratta per tutta la settimana e forse di più.