mercoledì 23 settembre 2009

Una domenica unica...


Rifugio Alpe Parpinasca, 20 settembre 2009

E' il tardo pomeriggio di una domenica davvero unica.
Sono seduto all'ombra sul muretto del Rifugio Parpinasca. I vari toni di grigio delle nuvole che sovrastano le cime di là dalla valle trasformano il panorama in un quadro che un momento dopo l'altro si arricchisce di sfumature nuove e sempre diverse.

Davanti al rifugio il piccolo prato è affollato di gente: c'è chi chiacchiera al tavolo, chi si sdraia sulle panche, chi gira qua e là a scattare fotografie...
e la cosa tanto bella quanto incredibile è che tutti loro siano i miei amici, che hanno voluto e potuto festeggiare insieme a me il mio compleanno.


Quando li ho contattati immaginavo che sì e no metà di loro si sarebbero trovati qui, ora, e ne sarei stato più che felice: ed invece ci sono praticamente tutti, ed è una sorpresa indescrivibile trovare tutti insieme i miei “fratelli”, gli amici di sempre, quelli incontrati più di recente, e quelli ritrovati dopo tanto, troppo tempo; quelli più esperti e quelli che si son lanciati in una “passeggiata” per la prima volta, i climber, i ghiacciaioli, gli escursionisti e i sedentari... ed è bello vederli tutti, stanchi o meno, con il sorriso sulle labbra...

Per un attimo chiudo gli occhi, e mi lascio sfiorare dai miei pensieri, che come quelle nuvole là sopra le cime del Devero sono troppi e troppo svelti per potersi fermare nella mia testa... cerco d'immaginare cosa scriverò per il blog una volta tornato a Milano, e non ne ho la più pallida idea!
Un groppo in gola si scioglie in un sorriso di gioia e gratitudine per tutti loro che sono qui con me, e forse un po' anche per me...
No, oggi non scriverò di feste del fungo, di camminate, o di spezzatini con polenta, torte, vini rossi, grappe e bicerin vari, anche se potrei star qui ore ed ore a descrivere ogni momento grandioso vissuto in questa giornata.
Oggi ho solo voglia di sorridere, insieme a tutta questa bella gente... un brindisi alla vostra, amici cari!!!
Prosit!
Bruno


P.S.: Un grazie grande così a Cristina, Daniela, Elena G., Elena M., Elena V., Elisa, Federica L., Federica P., Francesca, Gaia, Marinella, Rossella, Susanna, Alessandro, Andrea C., Andrea G., Dario C., Dario L., Diego, Fabio, Luca, Marco, Mauro, Paolo e Roberto.
E, last but not least, un grazie enorme ed un abbraccio ai cari amici Aurora e Giorgio, e ai loro collaboratori, che ci hanno accolto e sfamato (eccome!!!) nel loro piccolo angolo di paradiso...

lunedì 24 agosto 2009

2.000... 2.500... 3.000 (quasi)!

Ovvero come “acclimatarsi” sulle Orobie!

In montagna si sa, non si deve parlare solo di quota per indicare le difficoltà di un escursione, ma la mia estate “montana” è stata proprio una scala d’altitudini raggiunte e anche di impegno profuso. I 2.000 mt (2.019 per l’esattezza!) son sempre quelli del mitico Alben, la montagna di casa, salita un paio di volte soltanto, ma sempre stupendo... quest’anno poi, merito le abbondanti nevicate e piogge, sfavillante di un verde mai visto, è ancora più magico. La prima salita alle due croci (Scabla e Cima di Oltre il Colle) da Zambla Alta avviene una sera di fine luglio in compagnia del buon Marco “Vala”, già mio alleato in alcune escursioni dell’estate 2008. Stile leggero (scarpette, marsupio con borraccia, racchette ed abbigliamento da corsa... schegge!!!), un buon passo, ci hanno permesso di goderci le ultime ore di un giorno sereno e limpido, ideale per spingere lo sguardo verso le vette retiche e delle più vicine orobie. La seconda salita è invece dell’11 agosto in compagnia di Marco T., Stefano F. e Lara C. Anche in questo caso con equipaggiamento minimal, saliamo da Cornalba alla vetta in poco più di 1 ora e 40 minuti e torniamo in orario per il pranzo. Una nuova serena e limpida mattinata di questa benevola estate 2009. I 2.000 metri o giù di lì sono anche quelli del rifugio Curò e al Barbellino naturale, ai quali sono salito martedì 4 agosto con il Vala e Daniele, e dove ci hanno poi fatto compagnia Andrea, Stefano. Roberto P. e papà, Sara e Daniela C. con cugini e zii/zie. Inutile dirlo, altra giornata di sole e... fantastici taglieri di salumi e formaggi al rifugio Curò, giochi d’acqua nel torrente della Val Cerviera,... Da segnalare la gran quantità di neve ancora presente in più punti lungo la carrozzabile che collega i due rifugi e gli... icebergs in galleggiamento sul laghetto naturale del Barbellino. Il giorno 12 agosto si sale invece di... livello, ci attende infatti la vetta del Tre Signori, una tra le più famose delle Orobie bergamasche e di riferimento in quelle del versante occidentale. Con me ci sono ancora una volta Stefano, Andrea, Roby con papà e “Tone”, amico di Andrea e grande alpinista. Si decide per la salita da Ceresola di Valtorta (1.300 mt circa), anziché dalla più frequentata da Ornica, da me preferita anche a motivo della presenza di un rifugio sul tragitto (Grassi) e della bellezza della “Via del caminetto”, tratto finale verso la cima, nonostante si allunghi di non poco l’avvicinamento alla meta stessa. Il primo ostacolo è il Passo del Toro, posto a 1.945 mt ed a metà strada tra partenza ed il rifugio: a me questo posto mette ancora un po’ i brividi… l’ultima volta che passai di qui risale al 2005, quando con mio fratello don Pietro mi vidi assediato dalla violenza della natura in una delle mie più brutte esperienze in montagna... un temporale che ci costrinse a rotolare giù a saltoni per quasi 500 mt di dislivello sotto una fitta grandinata e, appunto, tuoni e fulmini ravvicinati! Stavolta tutto tranquillo, si può proseguire sul pianeggiante tracciato che, con bella vista sulla vetta del giorno, ci porta al rifugio. Roby è però un po’affaticato: il padre ed Andrea non si sentono di lasciarlo da solo (e qui il mio elogio al buon Andrea che per il suo sempre encomiabile altruismo rinuncia alla vetta… GRANDE!). Si decide allora, io, Stefano e Tone, di portarci un po’ sotto la vetta e vedere poi se i nostri tre amici se la sentono di raggiungerci. A differenza degli altri giorni. c’è qualche nuvola in più, soprattutto in Val Brembana... capita così che si accelera “involontariamente” il passo. Sul tratto più ripido, io e Stefano ci fronteggiamo in una semi corsa, mentre Tone poco più in basso quasi ci maledice. Raggiunto il caminetto, il divertimento aumenta ed in men che non si dica siamo in cima, dove una folla da spiaggia ci attende... sembra di essere a Rimini! La dedica della salita è per il nostro buon “vecchio” Bruno, che prima o poi accompagnerò finalmente sui 2.554 mt di questa bella montagna! Tone intanto arriva e subito torna sui suoi passi per verificare se i nostri compagni stanno salendo... niente all’orizzonte, dopo qualche istante ancora in vetta, si ridiscende. E’ qui che capisco ancora una volta di più la differenza tra un escursionista (come me) ed un alpinista: Tone scende quasi mani in tasca in piedi sulle rocce, mentre io e Stefano ci esprimiamo nel nostro migliore stile “a cagnù”, accovacciati e mani a terra nei punti un pò’ più delicati. Troviamo ad attenderci al rifugio, oltre al trio di amici, fresche birre e piatti di favolose torte, che diligentemente ripuliamo! Il rientro è allietato da uno stambecco vanitoso che al Passo del Toro ci richiede un intero servizio fotografico... che star! …soprattutto quando ci mostra come ci si muove sui dirupi in completa scioltezza. La vetta prescelta come “top” per queste vacanze è però il Monte Gleno, ottava cima delle Orobie con i suoi 2.883 mt. Decidiamo di attaccarla martedì 18 agosto, e l’orario della partenza è di quelli sani: ore 5.30 fuori casa mia. Siamo io, Daniele e Stefano, che dopo le infinite curve in macchina tra Val del Riso e Seriana, alle 6.40 circa, iniziamo la salita al rifugio Curò dal paese di Valbondione. Ore 8.00, grazie all’utilizzo delle scarpette da trekking leggero, siamo già alla prima tappa... che giornate spettacolari quest’estate, tutte le vette sgombre da nubi (e lo saranno per tutto il giorno!), aria fina e via a raggiungere l’attacco del sentiero per la nostra meta. Calzati gli scarponi, ci inerpichiamo su per le balze che ci porteranno alla vedretta del Trobio, piccolo ghiacciaio/nevaio a sud-ovest del Gleno. Da qui in poi il paesaggio sembra di ben più alte quote, con alternanza di nevi, ghiacci, rocce, torrentelli, timide fioriture... Gli scatti si sprecano e senza troppa fatica siamo sotto il tratto terminale. Secondo me e Daniele l’uso dei ramponi potrebbe essere evitato, un tratto di sfasciumi a sinistra del ghiacciaio sembrerebbe essere l’alternativa, ma optiamo per seguire tre escursionisti che ci precedono sulle nevi ed indossiamo così la nostra “ferraglia” (con non poche difficoltà da parte di Stefano). Senza forzare troppo l’andatura, siamo alle calcagna dei nostri apripista, che affianchiamo sul tratto un po’ più delicato prima della sella tra Glenino e Gleno, a destra. Tolti i ramponi, gli ultimi metri si affrontano sulla mai buona roccia tipica della zona, che spesso si sgretola spiacevolmente sotto mani e piedi. Un po’ di attenzione ed eccoci sulla stretta cima alle 11.00 circa, dove scattiamo alcune foto, ma che abbandoniamo presto per far spazio a chi arriva dopo di noi. Che vista: Tre Confini e Recastello li alla portata, appena più dietro il Diavolo di Tenda, più a destra si susseguono Redorta, Coca, Diavolo di Malgina, Cime di Caronella e Torena, con alle spalle il gruppo del Bemina. Sotto di noi ed il vicino Pizzo Strinato, il lungo e stretto lago di Belviso e sullo sfondo l’inconfondibile sagoma dell’Adamello, poi le vette scalvine e, seguendo la valle del Gleno, si scorgono appena i resti della tristemente famosa diga, con all’orizzonte la mole della Presolana. Durante la salita eravamo indecisi se concatenare o meno, sulla via del ritorno, la vetta del Tre Confini, percorrendo la cresta tra le due cime (opzione che altri due escursionisti ci avevano caldeggiato durante una fase della salita): ma, vuoi la non conoscenza della stessa, vuoi la perduta confidenza con le creste medesime e come ci si muove su di esse, ci convinciamo a tornare sui nostri passi. Ovviamente siamo già più che contenti di quanto fatto, 2.000 mt di dislivello in salita ed in discesa nella stessa giornata non sono proprio roba per tutti! Eppoi son già tante, troppe le disgrazie in montagna di questa stagione estiva, non vogliamo certo allungare la lista: il primo e più importante traguardo per chi ama la montagna deve sempre essere quello di riportare a casa la pellaccia! Ad attenderci al rifugio Curò c’è poi un ottimo pranzo, quindi perché indugiare? Certo, ovvio: per farsi riempire come sempre da quest’immensità, dalla voglia di perdersi in un paradiso a poca distanza da casa...

mercoledì 22 luglio 2009

Sul Brunneghorn - 3833 mt.


Brunneghorn (3833 mt.) - 18 - 19/072009)

Ci sono montagne che ti permettono di dimostrare che a volte l'equazione "più metri di altitudine = + fatica" è una benemerita boiata.

Esempio classico questa cima del Vallese, nella Turtmanntal, che a differenza della sua "cugina" Allalinhorn è più bassa di circa 200 metri ma ha un dislivello molto maggiore e soprattutto un notevolissimo sviluppo.

Con ordine.

A guidarmi nella salita, insieme ad altri amici, è l' "Orso dell'Ossola", l'inossidabile Giorgio Giudici, ormai appoggio fisso per le esperienze su ghiacciaio.
La partenza è con tutta calma, nel pomeriggio di sabato, ed in effetti il grosso del percorso della giornata lo facciamo in macchina, fino alla valle di Turtmann, dove calziamo gli scarponi e percorriamo i tre quarti d'ora di strada che ci separano dalla TurtmannHutte, il rifugio dove pernotteremo.

La cena al rifugio è tranquilla, e lascia spazio per una foto di gruppo al tavolo:

Fuori programma, un primo piano particolarmente intenso del buon Giorgio:

Esaurite le facezie, si vola a letto presto: domani la sveglia è alle 4:30!

Dopo una notte non delle più facili (almeno per me), ci svegliamo come previsto e verso le 5:00 ci mettiamo in cammino. Cammino lungo: il dislivello è di ben 1300 mt. e ci vorranno più di cinque ore per arrivare in vetta senza strappi.

Alla partenza, l'umore di Giorgio non è dei migliori. Posto che il nostro non è l'unico gruppo a salire oggi, ad una rapida verifica, ha scoperto di essere praticamente l'unica guida alpina nei paraggi, e teme di dover fare traccia per tutti, oltre per noi!
Per fortuna siamo tra i primi a partire, ed il gruppo che ci precede ha imboccato una traccia diversa.

Dopo una prima oretta di salita su reccette e morene, inforchiamo i ramponi e cominciamo a pestar neve. Questa prima parte di ghiacciaio non è troppo dura, ma spiega il perchè della lunghezza del percorso: a salitelle relativamente dolci si alternano falsopiani piatti, panoramicamente spettacolosi e la foto lo testimonia:

Ma sono lunghi, molto lunghi. In sostanza, lo sviluppo aumenta parecchio, ma l'altitudine no!

Ed è con questo tratto sulle gambe che attacchiamo l'ultima ora e mezzo di salita verso la cima. Ed a questo punto il percorso, finora morbido, si alza improvvisamente in piedi, e sul ghiaccio più duro.
Fortunatamente il cielo, finora un po' coperto, si è ben aperto, ma al sole si accompagnano le classiche rafficone di quota, che ci obbligano a tirare definitivamente fuori giacche a vento e guanti:

Quest'ultimo tratto è ovviamente il più duro, e comincio veramente ad andare in riserva. Non penso di non riuscire ad arrivare, ma sto veramente raschiando il fondo del barile.

Arriviamo in cima, e la vista è splendida. A nostra disposizione ci sono, in primissimo piano, il Weisshorn ed il Bischorn ed in tutto questo il Semper Voster ben si merita il ritratto di fianco alla croce:


La permanenza in vetta è breve: la cima è piccola, il vento forte e la discesa sarà parecchio lunga...

A questo punto le mie ginocchia, già provate, ricevono la mazzata finale dalla discesa in cordata. Risultato: sono stanco e meno lucido di quello che pensavo, e ripercorrendo uno dei falsopiani dell'andata, in una zona di crepacci, metto un piede in fallo e cado giù come una pera cotta.
E qui Giorgio un po' s'arrabbia, e ha ragione: va bene la stanchezza, ma devo stare più attento. Una sana lezione.

All'arrivo al rifugio, il mio ginocchio sinistro è davvero distrutto, e affronto la discesa dal rifugio alle macchine piegando pochissimo la gamba, un vero tormento.

Non prima, però, di aver fatto un'ultima foto al Weisshorn dalla TurtmannHutte, che con la luce del primo pomeriggio è uno spettacolo senza pari:


Già rivedendo questa foto, il dolore s'attenua. Figuratevi voi cosa può succedere quando riguardo il video panoramico girato in vetta:



Chissà come mai...

domenica 28 giugno 2009

I miei primi 4000 metri (...e 27, per la precisione)!


Allalinhorn (4027 metri) - 27 giugno 2009

Il titolo potrà sembrare un po' pignolo, ma ho pur sempre un titolo di "escursionista più tassonomico e non nozionistico delle Alpi" da difendere, per cui concedetemelo.

E poi, l'avvenimento è di quelli che meritano, perchè finora i 4000 metri li avevo solo visti, e nemmeno troppo da vicino, dato che l'altitudine massima l'avevo toccata circa due anni fa al rifugio Cosmique, che supera di poco i 3600.
Per la verità, l'Allalinhorn ce l'avevo in testa da un mattino di un anno e mezzo fa, quando giunti alla partenza della funivia di Saas-Fee in compagnia di Giorgio (a cui mi sono unito anche stavolta) fummo costretti a fare marcia indietro e tornarcene a casa con le pive nel sacco per via del maltempo.
E proprio non mi era andata giù.

Questa volta era quella buona, ma la malasorte ci ha provato anche a 'sto giro a mettermi i bastoni tra le ruote, fin dall'autostrada.
Partito da Milano alle 5:00, per arrivare comodo all'appuntamento di Montecrestese alle 6:30, mi ritrovo con i piani saltati già ad Arona, quando sono costretto ad uscire dall'autostrada per via dei lavori ed a farmela per statali fino a Gravellona Toce.

Dopo essermi giocato un paio di secoli abbondanti di purgatorio a suon di sacramenti ed improperi assortiti, all'imbocco della Provinciale del Sempione mi metto a tavoletta ed arrivo al ritrovo con solo un quarto d'ora di ritardo, e lascio la macchina al parcheggio per aggregarmi al gruppo di Giorgio con direzione Canton Vallese.

A Saas-Fee, le nuvole sopra di noi sono belle fitte, e comincio a temere di beccarmi un'altra fregatura, ma Giorgio tranquillizza tutti: in cima il tempo è per lo meno accettabile, e quindi si parte.

Breve riscaldamento forzato per raggiungere a piedi l'ultima funivia (la prima è chiusa!) e saliamo comodamente seduti fino a 3500 metri.
Qui il tempo è... variabile! Siamo pressochè in mezzo alle nubi, ma il sole riesce a filtrare lo stesso, per cui è con un po' più di fiducia che mi allaccio imbrago e scarponi e mi incammino con gli altri.

Dopo un primo tratto pianeggiante, si comincia a salire morbidamente, e c'è spazio per le prime viste e le prime foto, grazie anche alle nubi che ogni tanto si aprono:

Il tempo va-e-vieni, ed il fatto che gli impianti di sci estivo del Mittel-Allalin sono ancora chiusi , portano con se un altro vantaggio: la montagna è sostanzialmente tutta per noi, e possiamo permetterci di regolare il passo come meglio crediamo. Davanti a noi c'è solo un altro gruppo, che poi reincontreremo in vetta:


Andiamo su belli regolari, ma non nascondo una certa emozione quando, ad una sosta, chiedo a Giorgio a che altitudine siamo: "3900 circa."
Ci siamo quasi.

Vicini alla vetta, le nubi si aprono e, a turno, alcune vette lontane mettono fuori il crapino. Fra i più intraprendenti sbuca il Taschorn:

Con i suoi 4491 metri è ancora un po' fuori dalla mia portata, ma non ci penso. Ormai manca veramente poco, e l'ultimo strappetto ci porta in cima.

Non sto davvero più nella pelle. Seppur di pochi metri, ho sfondato quota 4000. I miei compagni di cordata non si lasciano scappare l'occasione: "Primo 4000? Paghi da bere!"

Foto del Semper Voster in vetta:

La foto di gruppo l'ho lasciata all'inizio, come degna copertina (grazie a Fabrizio che ci ha messo la macchina e ad Orietta che l'ha scattata).

E poi mi godo la vista, l'altezza e il gran gusto del tutto.

Pochi metri sotto la vetta c'è un buon riparo per fermarsi e mangiare con tutta calma, senza neanche sentire troppo freddo. Per la verità, nonostante l'altitudine ed il vento, fa proprio un caldo porco, e non devo nemmeno mai mettere su pile e guanti, nemmeno stando fermo.

Dopo pranzo scendiamo rapidamente: la neve fresca presente su tutto il pendio permette anche qualche taglio "dritto per dritto" di ciaspolatoristica memoria (o forse si dice ciaspolatoria? Ciaspolistica? Ciaspolest... basta, va'...).

La parte sostanzialmente più comica arriva alla fine: tutta l'escursione, fra salita e discesa, nonmi ha stancato tanto quanto le ultime centinaia di metri di pianoro prima di tornare alla stazione della funivia: la neve battuta dai gatti, ormai ridotta a pappa dal sole del primissimo pomeriggio fa affondare da matti, ed arrivo alla fine letteralmente con la lingua di fuori. Guardando i miei compagni, mi accorgo di non essere il solo...

Piccolo inciso finale: se vi capita di andare per monti, e beccate qualcuno che vi chiede "ma chi te lo fa fare?", fategli vedere questa panoramica video che ho preso con la mia macchina fotografica dalla cima dell'Allalinhorn e rispondete alla loro domanda semplicemente dicendo "Questo":



E non stupitevi se poi non volerà più una mosca...

venerdì 19 giugno 2009

Val Febbraro: sole, verde, neve e... birre!

13 giugno 2009

Rimettere gli scarponi ai piedi dopo tanto tempo non può che farmi bene, dopo la muffa che gli ho fatto prendere dall'inizio dell'anno (seppure giocoforza).

Si, lo so: in realtà, avevo fatto un'altra escursione prima di questa, poco più di un mese fa. Ma la scottata che mi sono preso è stata tale da spingermi a rimuoverla, come non ci fosse stata. E quindi non dirò altro a riguardo.

Meta di questo 13 giugno è invece la Val Febbraro, subito sopra Chiavenna, in cerca di panorami estivi e natura verde.

E fin troppa ne abbiamo avuta!

Con ordine.

Il viaggio in macchina, insieme all'ormai arcinoto Fabrizio "Dinamite Bla" Bellucci di ZainoinSpalla permette a me ed agli altri passeggeri di apprendere le basi del cosiddetto Primo Teorema di Bicio sull'Escursionismo Femminile, che così enuncia: "la quantità di gnocca presente ad una escursione è inversamente proporzionale alla difficoltà della stessa".
Sulla base della mia esperienza, non posso che concordare.

Arrivati al parcheggio, dopo un breve tratto di strada asfaltata, ci tuffiamo nella natura della valle, per constatare con mano come le abboondanti piogge e nevicate dell'inverno-primavera e l'altrettanto abbondante sole stiano facendo il loro lavoro più che egregiamente: ne sono prova gli aghi dei sempreverdi, che spuntano morbidissimi.

La giornata è davvero spettacolosa, e a riprova vi piazzo qui questo discreto paesaggino:


Più o meno a metà del percorso, giungiamo al Pian Dei Cavalli, e ci aspeta una sorpresa: ci stavano aspettando! Una guida di Bizzarrone, avendo letto del nostro arrivo dal sito di Bicio, ha portato una bella cassa di 15 birre alla sua baita, che sta ristrutturando.
La moglie della guida ci accoglie e ci conferma che le birre saranno lì ad aspettarci al ritorno...

Ancora increduli riprendiamo il cammino, e cominciamo a vedere le prime lingue di neve. inizialmente ce le lasciamo di lato, ma non potremo fare a meno di pestarla, fra poco.
Un intermezzo interessante ce lo ofrre un gregge di capre e pecore al pascolo, che decide di condividere con noi il proprio sentiero.
Una capretta si merita una inquadratura:

Dopo questa pausa ovina, cominciamo veramente a metter piede sulla neve, ed il gioco di bianchi ed azzurri creato dai laghetti ghiacciati è veramente spettacolare.
Fabrizio sembra un bambino al parco giochi, e dobbiamo quasi passare alle vie di fatto per convincerlo a staccarsi da lì.
Ed il bello è che ha ragione lui!

Arriviamo dunque al paso del Baldiscio, e il sole ci permette una bella sosta-pranzo. Abbiamo anche occasione di ammirare un esemplare adulto di una specie sempre più diffusa per i nostri monti, nota con il nome scientifico di "Excursionistis Spaparanzatus" (qui in una fase di muta del pelo ventrale):


(Sorry Alessandro, ma era BICIO che ti aveva promesso di non pubblicarla, non io... :D )

La calma discesa ci riporta al Pian Dei Cavalli, dove abbiamo la conferma che le birre (ma anche aranciata, vino, patatine...) gentilmente offerteci dal misterioso ammiratore di Bicio ci stanno ancora aspettando.
Ci togliamo gli zaini, ed anche il Vostro Affezionatissimo abbandona le proprie tradizioni astemie per un sorso di birra in compagnia.
Ritratto di gruppo di beoni felici (foto di Bicio, che ringrazio):

Il rientro è dei più morbidi, e visto che per una volta non devo guidare, mi concedo il lusso di una mezza pennica sul sedile posteriore della macchina di Fabrizio, almeno finchè lo stesso non decide di richiamarmi all'ordine con una smitragliata di autoradio.

Chiudo con la panoramica video delle montagne intorno al Passo del Baldiscio. Giudicate voi!

venerdì 5 giugno 2009

2 giugno... Suchello

prometto di aggiornare tutte le uscite a breve...
sorry...
sono un pochino incasinato...
un abbraccio...

giovedì 28 maggio 2009

Arrampicare?!

una nuova esperienza!!!
da tre mesi circa sto provando questa cosa...
Direi che l'arrampicata proprio non è la mia passione, ma trovare un pò più di sicurezza sulla verticalità male non può fare...
Mi sono fatto trascinare in questa cosa senza opporre resistenza...
e visto gli amici Fantastici con cui faccio questa esperienza direi che sono contentissimo... certo quando sono in parete un po meno ;-)
datemi tempo
Sono il più scarso del gruppo, i miei amici sono tutti bravissimi ed anche super pazienti con il sottoscritto ed i suoi limiti di fronte alla parete...
per ora Grazie di cuore a tutti loro...
Vi terrò aggiornati su come procede :-)

primo maggio... Suchello

Ero solo nel mio piccolo rifugio... mi sono svegliato decisamente tardi e sono un pochino inverso... non so cos'ho oggi...
Avrei voluto andare in Alben ma c'è ancora tanta neve e non ho troppa voglia di avventurarmi da solo... Di fronte la cima del monte Suchello sembra abbastanza pulita...
Di sicuro due passi mi faranno bene... preparo velocemente lo zaino (com'è che anche se vuoto pesa tanto il mio zaino?) e mi avvio...
La salita non è superimpegnativa... in poco più di un'ora sono alla croce...
che pace!!! non ho proprio voglia di tornare a valle... il tempo è bello peccato ci sia tanta foschia in basso... scambio due chiacchere con Alessandro, un ragazzo di Costa che saliva di buon passo... e poi rimango ancora solo... mi sono seduto di fianco al piccolo altare che c'è vicino alla croce e in compagnia dei miei il tempo scorre veloce... guardo l'orologio e sono già le 16.00
Forse è ora di scendere...
oggi niente foto... mi rifarò al prossimo giro...

24 maggio... Alben

a breve il racconto...

lunedì 9 marzo 2009

08 marzo 2009... Il Pizzetto

Avevo stabilito da un pezzo che questa sarebbe stata l'ultima uscita con le ciaspole per quest'anno... in quest'ultimo periodo quasi tutti i fine settimana sono stato a spasso per monti...
ormai Mauro (un carissimo amico) passa più tempo con me che con Rossella ;-) (scusa Rossella, prometto che poi te lo lascio un pochino a casa...)
Comunque oggi andiamo al Pizzetto (Valle Anzasca) con Giorgio ed Orietta (www.montagnaenatura.it)... la giornata è spettacolare... ma al ritrovo non siamo tanti... nei giorni appena trascorsi ci sono state un sacco di valanghe il tutto il nord.. e tanti hanno preferito stare a casa... peccato!!! bastava chiamare Giorgio per sapere che la nostra meta è decisamente sicura!!!
Comunque pochi ma buoni... Giorgio, Orietta, Marinella, Fabio, Guido, Mauro ed io...
Dobbiamo fare 1000 metri di dislivello e c'è davvero tantissima neve... CHE SPETTACOLO!!!
Descrivere a parole la bellezza di questa uscita è difficile...
lascio lo spazio a qualche foto...
alla partenza...
Da 2009 03 08 Il Pizzetto

strada facendo...
Da 2009 03 08 Il Pizzetto

la nostra guida...
Da 2009 03 08 Il Pizzetto

quanta neve c'è?!!!
Da 2009 03 08 Il Pizzetto

fotina del panorama...
Da 2009 03 08 Il Pizzetto

foto di gruppo...
Da 2009 03 08 Il Pizzetto

E' stata una salita faticosa, e per il dislivello, e per la presenza di così tanta neve... ma la gioia di aver guadagnato questa bellissima piccola vetta è stata davvero tanta... Il panorama è a 360°... la giornata non poteva essere più bella...
facciamo un pasto veloce e poi di nuovo verso valle...
in discesa...
Da 2009 03 08 Il Pizzetto

Da 2009 03 08 Il Pizzetto

Da 2009 03 08 Il Pizzetto

La discesa è sembrata quasi + lunga della salita e come al solito ci si rende conto di quanta strada abbiamo macinato oggi...
Piccola tappa finale in un posticino davvero carino gestito da una donna d'altri tempi che merita un pò di pubblicità... (http://www.comune.bannioanzino.vb.it/ComSchedaAlbergo.asp?Id=3)
e dopo i saluti di rito tutti a casa...

La compagnia è stata fantastica... in un posto semplicemente meraviglioso!!!
GRAZIE GRAZIE GRAZIE... a tutti i miei compagni di oggi che spero di rivedere presto!!! Avete reso questa mia ultima ciaspolata di quest'anno indimenticabile...

un abbraccio...
alla prox...
andrea

lunedì 2 marzo 2009

01 Marzo... Valnontey

CHE BELLA GIORNATA!!!
la compagnia semplicemente Fantastica ed un escursione diversa dal solito hanno reso questa giornata davvero spettacolare...
ma procediamo con ordine...
La giornata è alquanto uggiosa...
Alla conta manca qualcuno purtroppo...
Siamo in 9 a partire da Milano e dirigiamo verso Valnontey dove ci aspettano Andrea con famiglia e Nicola, la nostra guida di oggi, ed un pò di nevischio...
Oggi si ciaspola, ma non è per questo che siamo qui!
Nicola infatti ci farà una bellissima spiegazione di come valutare la montagna in inverno... di cosa è importante avere con sè quando si esce sulla neve... come utilizzare gli strumenti per fare autosoccorso e su come si fanno alcune misurazioni per calcolare il pericolo di valanghe...

alla partenza
Da 2009 03 01 Valnontey


strada facendo
Da 2009 03 01 Valnontey


Nicola che da indicazioni
Da 2009 03 01 Valnontey


quanto è dura la salita!!!
Da 2009 03 01 Valnontey


Andrea in posa...
Da 2009 03 01 Valnontey


Il giro guidato con Nicola è iniziato intorno alle 10.00...
indossate le ciaspole abbiamo seguito praticamente l'anello di fondo e il tempo è davvero volato... Come avevo accennato all'inizio oggi il vero scopo dell'uscita era scoprire come affrontare la montagna in inverno in sicurezza e direi che siamo stati tutti molto molto contenti della mattinata trascorsa... Abbiamo "concluso" la gita ufficiale con un pranzo semplice ma gustosissimo in un ristorante locale molto carino all'insegna del motto "poca spesa ottima resa" con, a chiusura, un piccolo omaggio inaspettato e gradito da parte della nostra guida... curiosi? chiedete a Stefano cos'era :-)
Ufficialmente la gita guidata era finita... ma Nicola è stato gentilissimo e su indicazione di Andrea ci ha accompagnati alle cascate di Lillaz... dovevamo in qualche modo smaltire il pranzo... ;-)

la cascata...
Da 2009 03 01 Valnontey


visto la mattinata molto tranquilla Nicola ci propone una piccola escursione per andare a vedere la cascata dall'alto... Piccola escursione dalla grandi soddisfazioni. Breve ma intensa!!! infatti risaliamo sulla destra il ripido pendio ghiacciato, in alcuni passaggi c'è tanta incertezza... raggiungiamo un ponticello che incute un pò di timore (ma dobbiamo passare per forza da qui?) e finalmente siamo arrivati!!!

guarda che belli :-)
Da 2009 03 01 Valnontey


si ma ora dobbiamo anche scendere!!!
lentamente e serenamente, con molta molta calma, torniamo alla partenza...
Salutiamo Nicola e anche se non si vorrebbe mai tornare, riprendiamo la via di casa..
GRAZIE di cuore A TUTTI per questa splendida Giornata...
Peccato per chi non è potuto essere dei nostri oggi...
ci si vede alla prossima...
a presto Vagamonti :-)

lunedì 23 febbraio 2009

22 Febbraio 2009 Rifugio Barbustel

La sveglia anche stamattina suona presto... devo ancora preparare tutto per questa giornata... la nostra meta di oggi è il Rifugio Barbustel in valle d'Aosta...
Ritrovo alle 7,15 in piazzale Lotto... scambio veloce di saluti/presentazioni...
divisione sulle macchine e via...
La giornata promette bene, il sole splende e non fa neppure troppo freddo per fortuna. Non ho guardato che ora era quando siamo arrivati al parcheggio,
ma era già pieno di macchine! ci prepariamo ed iniziamo la salita...
Da 2009 02 22 Rifugio Barbustel

Come ho detto prima la giornata è proprio bella... ed anche il posto in cui ci troviamo è uno spettacolo...
la salita non è superimpegnativa ma neppure una passeggiata... dobbiamo fare 700 metri di dislivello camminando per circa 7/8 km... il gruppo non è compattissimo...
Dario ( la nostra guida di oggi) è avanti con buona parte del gruppo... io in fondo con Claudia (la moglie di Paolo) a far compagnia a chi ha il passo più tranquillo... Mauro (un carissimo amico ed in questo periodo anche inseparabile compagno di viaggio) a volte avanti e a volte indietro ad aspettare noi... Più saliamo e più il paesaggio diventa suggestivo...
Da 2009 02 22 Rifugio Barbustel

e chi vuole scendere???
Tra una chiacchera e l'altra arriviamo all'ultimo "muro" importante prima dello scollinamento che ci porterà al Barbustel... (v.foto)
Da 2009 02 22 Rifugio Barbustel

Su al colle tira un ventaccio e dopo esserci ricompattati riprendiamo a camminare...
in poco tempo raggiungiamo il rifugio e pranziamo al sacco...
Da 2009 02 22 Rifugio Barbustel

Dopo pranzo qualche foto e poi riprendiamo a camminare per tornare indietro...

qui ci sono un pò di foto fatte da Cluadia...
http://www.sentierando.it/ultime_uscite/barbustel.htm

Direi che la parte più bella del ritorno è stato il "muro"; in salita sì ci aveva messo a dura prova... ma in discesa ci ha regalato momenti di pura felicità...
Mentre Dario era impegnato a fare una traccia sicura per il gruppo, uno a caso è "in"volontariamente scivolato di sedere per il pendio istigando gli altri a seguirlo... a parte Mauro che sapeva che avrei fatto così e che senza troppi indugi a seguito a ruota... il resto del gruppo procedeva incerto e titubante cercando di capire come scendere... inevitabile perdita d'equilibrio per quasi tutti con relativo scivolone e grandi risate finali... una volta scesi ci siamo fermati un pò per vedere le "evoluzioni" di chi ci seguiva... Troppo divertente!!!
La discesa è stata poi semplice ed abbastanza veloce...
Verso le 15.00 siamo alle macchine e dopo la solita pausa al bar riprendiamo la via del rientro...
Una bellissima giornata in ottima compagnia...
Grazie a Tutti...

http://picasaweb.google.it/fotogrammigianni/MonteAvic?authkey=jzJNe-bkViw#
(qui ci sono le foto di Gianni... BELLISSIME!!!)

martedì 3 febbraio 2009

Al Passo dei Campelli una Val di Scalve… da abbracciare!

E’ da un bel po’ che non scrivo sul Vagamonti, e questa volta mi trovo, a distanza di un più di mese, a riportare in poche righe il racconto di una bella ciaspolata affrontata in compagnia di Elena, Maurizio ed Emma il 30 dicembre 2008.
La strada da percorrere per raggiungere Schilpario, nell’Alta Valle di Scalve, non è certo poca, ma il desiderio di calpestare nuovi terreni fa dimenticare le quasi 2 ore di macchina per scavalcare prima la Val Serina, poi la Val del Riso, la salita da Clusone al Passo della Presolana, la discesa per ripidi tornanti e la risalita verso il paese scalvino.
La temperatura appena scesi dall’auto è di quelle “sane”: - 8°! Velocemente indossiamo scarponi e ciaspole e ci inoltriamo nel bel bosco di abeti, seguendo e a volte tagliando la strada che nei mesi estivi permette di raggiungere il Passo del Vivione, valico che congiunge le province di Bergamo e Brescia.
Ci stupisce da subito la vastità degli ambienti, simili più ad una vallata dolomitica che alle nostre strette orobie. Alla nostra destra svettano già creste calcaree che dopo non troppo tempo iniziamo a identificare: ciò avviene all’uscita dal bosco su pascoli innevati, che si aprono appena superato il rifugio Cimon della Bagozza, struttura che prende il nome dallo stupendo sperone di roccia che si eleva superbo e severo al centro dello skyline delle vette. La nostra meta è il Passo Campelli, a quota 2000 mt circa, ma non celo da subito il desiderio di raggiungere la piccola vetta alla sua sinistra, il Monte Campioncino, di poco più alto. Intanto il sole ha iniziato a far capolino da dietro le creste appena citate, ed in breve ci troviamo avvolti dai suoi caldi raggi che ci rinfrancano dopo un ora circa di passi nel gelo.
Raggiungere il passo nella traccia lasciata dalle motoslitte è impresa facile: oltre lo stesso la vista è davvero fantastica ed il gruppo dell’Adamello catalizza immediatamente lo sguardo di noi escursionisti, rapiti già dallo stupendo quadro di bianco e blu, neve e cielo da favola! Maurizio ed Emma sono un po’ stanchi e preferiscono fermarsi ad osservare il panorama, mentre io e la mogliettina ci inerpichiamo sul fianco del Campioncino, vetta sulla quale vediamo pronti per la discesa alcuni scialpinisti. La raggiungiamo anche noi in breve, ma con un po’ di dispiacere devo sconsigliare a Elena la salita degli ultimi 20 mt per raggiungere la croce, in quanto il passaggio degli sciatori ha reso una lastra scivolosa il tratto terminale. Con le unghie io invece mi inerpico e guadagno la vetta, da dove la vista è mozzafiato. La Presolana con la sua immensa mole domina incontrastata la bassa valle, mentre sotto di me l’intera parte alta risale sempre più ampia ad abbracciare abeti e pascoli innevati. Alla destra la vetta del monte Campione, di pochi metri più elevata, alla sinistra tutto quel calcare dove il Cimon della Bagozza la fa da padrone, e dietro sempre tutte le magnifiche vette bresciane. Un panorama così lo si vorrebbe davvero abbracciare, e mi cimento in un tentativo di panoramica a 360° con 12 scatti della mia fedele digitale.
La discesa è divertente per tutti e due, alternando saltelli un po’ goffi a tratti in cui le ciaspole diventano come sci. Alle baite sottostanti, dove già ci aspettano i nostri compagni di viaggio, consumiamo il nostro pranzo, in compagnia di tanti altri escursionisti saliti fin qui a godersi questo paradiso.
Rientrare è sempre un po’ triste, ma ringrazio di cuore Maurizio che aveva caldeggiato da tempo questa escursione e che anch’io consiglio a tutti gli appassionati.

domenica 18 gennaio 2009

martedì 13 gennaio 2009

11 gennaio 2009 Notturna San Primo

sono le 2, 30 e sta già suonando la sveglia...
che sonno!!! sono a casa di due cari amici, che mi hanno offerto ospitalità ieri sera...
(GRAZIE GRAZIE GRAZIE) facciamo colazione e poi raggiungiamo la piazza della chiesa dove ci aspettano altri amici per questa camminata al chiaro di luna...
La nottata è da favola... il cielo è limpido e la luna che ci accompagnerà stanotte è davvero uno spettacolo!!! il clima freschino quanto basta!!!
La nostra meta è San Primo (nel lecchese)... alcuni con gli sci ed altri con le ciaspole.
Dopo circa un'oretta di macchina siamo al parcheggio...
Da 2009-01-11 San Primo Notturna
ci prepariamo e via per monti!!!
è davvero un'incanto...
Risaliamo tranquillamente il pendio fino al colletto dove tira una bella arietta "fresca"...
Da 2009-01-11 San Primo Notturna

il panorama è indescrivibile... le luci brillano nelle vallate ed i paesi sembrano diamanti incastonati in queste fantastiche montagne...
decidiamo di non percorrerre la cresta a causa del vento e la aggiriamo facendo un lungo traverso sulla sinistra...
Da 2009-01-11 San Primo Notturna
e finalmente la cima!!!
Da 2009-01-11 San Primo Notturna

ci rintaniamo dentro la trincea scavata attorno ad un "baracchino" ed aspettiamo l'alba tra un bicchiere di vin brulè, una tazza di te, una fetta di panettone e qualche dolcetto...
ma che freddo!!!
Il panorama a 360 gradi è davvero emozionante e l'alba poi!!!
Da 2009-01-11 San Primo Notturna

ma forse lo è ancora di più la nostra compagna per eccellenza di questa notte... una Luna meravigliosa che è stata con noi...
Da 2009-01-11 San Primo Notturna

Arriva anche l'ora di scendere... Il sole sta salendo ma fa ancora un freddo incredibile...
Fotina di gruppo
Da 2009-01-11 San Primo Notturna
(che bello questo gruppo!!!) e poi giù...
per gli sci alpinisti la prima parte di discesa non è entusiasmante... la neve è proprio orrenda...
facciamo "strada" comune in cresta...
Da 2009-01-11 San Primo Notturna
poi loro si lanciano in emozionati saliscendi e noi ciaspolatori con calma torniamo alla partenza...
Lungo la discesa incontriamo tanta gente che sta salendo... è proprio una giornata che merita!!!
in un posto davvero molto bello ed anche vicino...
Arriviamo alle macchine ed aspettiamo al bar i nostri compagni con gli sci...
è mezzogiorno passato quando siamo tutti in macchina sulla via del rientro in città...

chiudo con le parole di un caro amico che esprimono benissimo quanto sia stata semplicemente fantastica questa esperienza...
"Anche quest'anno non manchiamo all'appuntamento con la notturna sulla neve, qualcuno scimunito e qualcun'altro ciaspolomunito, ma comunque tutti con la voglia di condividere questa avventura un po' particolare.
Domenica la luna ci ha donato il meglio di sè illuminando la neve dell'argento più vivo, il sole ci ha regalato il piacere dell'alba dopo una lunga notte riempiendoci gli occhi di luce e colore, e le ossa di calore, ma la riuscita della gita c'è stata grazie agli amici, quelli che vorresti non mancassero mai , e questa volta eravamo proprio in tanti.
Ognuno ha dato: le risate, la fatica della veglia e della salita e la gara delle cadute in discesa, il panettone e il vin brulè (quest'ultimo venuto proprio male ma fa niente), la gioia di stare insieme; tutti hanno reso questa gita indimenticabile. "


http://on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=4310

GRAZIE GRAZIE GRAZIE... di cuore...
è stata davvero una gita indimenticabile...