lunedì 23 febbraio 2009

22 Febbraio 2009 Rifugio Barbustel

La sveglia anche stamattina suona presto... devo ancora preparare tutto per questa giornata... la nostra meta di oggi è il Rifugio Barbustel in valle d'Aosta...
Ritrovo alle 7,15 in piazzale Lotto... scambio veloce di saluti/presentazioni...
divisione sulle macchine e via...
La giornata promette bene, il sole splende e non fa neppure troppo freddo per fortuna. Non ho guardato che ora era quando siamo arrivati al parcheggio,
ma era già pieno di macchine! ci prepariamo ed iniziamo la salita...
Da 2009 02 22 Rifugio Barbustel

Come ho detto prima la giornata è proprio bella... ed anche il posto in cui ci troviamo è uno spettacolo...
la salita non è superimpegnativa ma neppure una passeggiata... dobbiamo fare 700 metri di dislivello camminando per circa 7/8 km... il gruppo non è compattissimo...
Dario ( la nostra guida di oggi) è avanti con buona parte del gruppo... io in fondo con Claudia (la moglie di Paolo) a far compagnia a chi ha il passo più tranquillo... Mauro (un carissimo amico ed in questo periodo anche inseparabile compagno di viaggio) a volte avanti e a volte indietro ad aspettare noi... Più saliamo e più il paesaggio diventa suggestivo...
Da 2009 02 22 Rifugio Barbustel

e chi vuole scendere???
Tra una chiacchera e l'altra arriviamo all'ultimo "muro" importante prima dello scollinamento che ci porterà al Barbustel... (v.foto)
Da 2009 02 22 Rifugio Barbustel

Su al colle tira un ventaccio e dopo esserci ricompattati riprendiamo a camminare...
in poco tempo raggiungiamo il rifugio e pranziamo al sacco...
Da 2009 02 22 Rifugio Barbustel

Dopo pranzo qualche foto e poi riprendiamo a camminare per tornare indietro...

qui ci sono un pò di foto fatte da Cluadia...
http://www.sentierando.it/ultime_uscite/barbustel.htm

Direi che la parte più bella del ritorno è stato il "muro"; in salita sì ci aveva messo a dura prova... ma in discesa ci ha regalato momenti di pura felicità...
Mentre Dario era impegnato a fare una traccia sicura per il gruppo, uno a caso è "in"volontariamente scivolato di sedere per il pendio istigando gli altri a seguirlo... a parte Mauro che sapeva che avrei fatto così e che senza troppi indugi a seguito a ruota... il resto del gruppo procedeva incerto e titubante cercando di capire come scendere... inevitabile perdita d'equilibrio per quasi tutti con relativo scivolone e grandi risate finali... una volta scesi ci siamo fermati un pò per vedere le "evoluzioni" di chi ci seguiva... Troppo divertente!!!
La discesa è stata poi semplice ed abbastanza veloce...
Verso le 15.00 siamo alle macchine e dopo la solita pausa al bar riprendiamo la via del rientro...
Una bellissima giornata in ottima compagnia...
Grazie a Tutti...

http://picasaweb.google.it/fotogrammigianni/MonteAvic?authkey=jzJNe-bkViw#
(qui ci sono le foto di Gianni... BELLISSIME!!!)

martedì 3 febbraio 2009

Al Passo dei Campelli una Val di Scalve… da abbracciare!

E’ da un bel po’ che non scrivo sul Vagamonti, e questa volta mi trovo, a distanza di un più di mese, a riportare in poche righe il racconto di una bella ciaspolata affrontata in compagnia di Elena, Maurizio ed Emma il 30 dicembre 2008.
La strada da percorrere per raggiungere Schilpario, nell’Alta Valle di Scalve, non è certo poca, ma il desiderio di calpestare nuovi terreni fa dimenticare le quasi 2 ore di macchina per scavalcare prima la Val Serina, poi la Val del Riso, la salita da Clusone al Passo della Presolana, la discesa per ripidi tornanti e la risalita verso il paese scalvino.
La temperatura appena scesi dall’auto è di quelle “sane”: - 8°! Velocemente indossiamo scarponi e ciaspole e ci inoltriamo nel bel bosco di abeti, seguendo e a volte tagliando la strada che nei mesi estivi permette di raggiungere il Passo del Vivione, valico che congiunge le province di Bergamo e Brescia.
Ci stupisce da subito la vastità degli ambienti, simili più ad una vallata dolomitica che alle nostre strette orobie. Alla nostra destra svettano già creste calcaree che dopo non troppo tempo iniziamo a identificare: ciò avviene all’uscita dal bosco su pascoli innevati, che si aprono appena superato il rifugio Cimon della Bagozza, struttura che prende il nome dallo stupendo sperone di roccia che si eleva superbo e severo al centro dello skyline delle vette. La nostra meta è il Passo Campelli, a quota 2000 mt circa, ma non celo da subito il desiderio di raggiungere la piccola vetta alla sua sinistra, il Monte Campioncino, di poco più alto. Intanto il sole ha iniziato a far capolino da dietro le creste appena citate, ed in breve ci troviamo avvolti dai suoi caldi raggi che ci rinfrancano dopo un ora circa di passi nel gelo.
Raggiungere il passo nella traccia lasciata dalle motoslitte è impresa facile: oltre lo stesso la vista è davvero fantastica ed il gruppo dell’Adamello catalizza immediatamente lo sguardo di noi escursionisti, rapiti già dallo stupendo quadro di bianco e blu, neve e cielo da favola! Maurizio ed Emma sono un po’ stanchi e preferiscono fermarsi ad osservare il panorama, mentre io e la mogliettina ci inerpichiamo sul fianco del Campioncino, vetta sulla quale vediamo pronti per la discesa alcuni scialpinisti. La raggiungiamo anche noi in breve, ma con un po’ di dispiacere devo sconsigliare a Elena la salita degli ultimi 20 mt per raggiungere la croce, in quanto il passaggio degli sciatori ha reso una lastra scivolosa il tratto terminale. Con le unghie io invece mi inerpico e guadagno la vetta, da dove la vista è mozzafiato. La Presolana con la sua immensa mole domina incontrastata la bassa valle, mentre sotto di me l’intera parte alta risale sempre più ampia ad abbracciare abeti e pascoli innevati. Alla destra la vetta del monte Campione, di pochi metri più elevata, alla sinistra tutto quel calcare dove il Cimon della Bagozza la fa da padrone, e dietro sempre tutte le magnifiche vette bresciane. Un panorama così lo si vorrebbe davvero abbracciare, e mi cimento in un tentativo di panoramica a 360° con 12 scatti della mia fedele digitale.
La discesa è divertente per tutti e due, alternando saltelli un po’ goffi a tratti in cui le ciaspole diventano come sci. Alle baite sottostanti, dove già ci aspettano i nostri compagni di viaggio, consumiamo il nostro pranzo, in compagnia di tanti altri escursionisti saliti fin qui a godersi questo paradiso.
Rientrare è sempre un po’ triste, ma ringrazio di cuore Maurizio che aveva caldeggiato da tempo questa escursione e che anch’io consiglio a tutti gli appassionati.