martedì 18 dicembre 2007

Neve e sole in Val Bognanco

16 dicembre 2007

Neanche una nuvola intacca il blu del cielo sopra la Val Bognanco, in questa mattina di metà dicembre. Penso alle notizie dei tg che raccontano di un’Italia sferzata dal freddo e dal maltempo, e mi sa che noi zainoinspallisti eco-voyeur di giornata siamo ben più che fortunati ad aver pescato dal mazzo di carte un jolly così.

Le auto sono lasciate a riposare nel piccolo parcheggio davanti all’Oratorio di San Bernardo e Giorgio, tra un acceso diverbio con una bacchetta che non vuole saperne di fare il suo dovere e un racconto sui cervi e la lupa che bazzicano questi luoghi, può finalmente far partire la ciaspolata. Per una decina di minuti seguiamo lo stradello in leggera discesa in mezzo al bel bosco di abeti finché, attraversato il ponte sul torrente semi-ghiacciato, si comincia a salire. Lasciamo subito lo stradello per seguire la traccia battuta dalla nostra Guida fra gli alberi. Giorgio tiene un passo costante ma tranquillo, ed il gruppo lo segue a ranghi ben serrati.
Giunti all’Alpe Paione il bosco si dirada e la valle si apre, cominciando a svelare la sua magica bellezza. Facciamo qui la nostra prima pausa, che qualcuno dedicherà a mangiare un panino, qualcuno a scattare le prime foto di giornata, e qualcuno a togliersi giacche a vento e pile, fino a restare in mezze maniche. Eh sì, nel resto d’Italia c’è tanto di quel freddo… che il tepore ce lo teniamo tutto per noi!
Si riparte in direzione del Lago Inferiore del Paione, rigorosamente in fila indiana, questa volta in un più rado bosco di larici che attraverso i loro rami spogli permettono ai raggi del sole di passare, e a noi di contemplare la bellezza del panorama.
Alla fine del bosco un’ultima rampetta ci porta sulla sponda destra del lago, a duemila metri di quota. E’ davvero una meraviglia, il lago ricoperto da una bianca coperta di neve è delimitato a monte da una fascia verticale di rocce, che altro non è se non il salto che scende dal pianoro che ospita il secondo lago, quello di Mezzo, mentre due ripidi pendii appoggiati alle pareti del Dosso e del Giezza conducono entrambi al Lago di Mezzo. Il pendio davanti a noi è più ripido, mentre quello dalla parte opposta, lungo il quale si snoda il sentiero estivo, sarebbe potenzialmente più pericoloso, perché è proprio sotto ad un paio di canali, e se fosse appena nevicato questo vorrebbe dire slavina garantita…
Mentre Giorgio pondera il da farsi, dallo zaino-cambusa di Andrea salta fuori ogni ben di Dio: nocciole, sfogliatine e chi più ne ha più ne metta… manca solo che da lì dentro esca un tavolo con le sedie, manco Eta Beta!!! Mittttico Andre!!!!
Dopo il “parco” spuntino si riparte: viste le condizioni della neve (un crostone che non si spacca manco col martello pneumatico…) Giorgio opta per il pendio del sentiero estivo, che risaliamo piuttosto velocemente a zig zag, ed in breve abbiamo guadagnato un altro centinaio di metri di dislivello, fino al Lago di Mezzo. Attraversiamo ora il pianoro (con una breve digressione che ci porta a fare quattro passi sulla superficie gelata del lago) per riportarci verso sinistra e salire verso il Lago Superiore, ma… c’è sempre un ma…
Succede che un componente della banda non si senta bene, non è nulla di grave, ma la prudenza gli fa decidere di fermarsi qui. In tre ci si ferma a fargli compagnia, mentre il resto della ciurma scompare ben presto alla vista oltre il ripido pendio. In fondo è già quasi l’una, il posto è un incanto, ed in più avremo anche la scusa (se mai ce ne fosse bisogno) di tornare qui per vedere il resto dello show…
Fra un panino ed una chiacchierata ecco gli altri di ritorno, una bella foto di gruppo e via che si riparte. Il malessere del nostro compare fortunatamente è ormai passato, e possiamo dedicarci alla goduria della discesa, chi seguendo la traccia della salita e chi andando giù dritto per dritto. E’ sempre una libidine la discesa con le ciaspole, e pazienza se non c’è quella bella polvere che ti fa affondare a dovere e fare i voli più esagerati…
La discesa vola via e ben presto, complici anche le chiacchiere a ruota libera, siamo di nuovo alle macchine, per darci appuntamento al bar di San Lorenzo, dove ci attende l’ultima bella sorpresa di giornata. Qualcuno (uno a caso…) fa apparire d’incanto una bottiglia del mitico Bicerin (che non è un parente di Bicio più basso… ;-) ), spettacolare liquore a base di gianduiotto!!!!

Va da sé che oramai della gloriosa bottiglia non rimane che lo splendido ricordo… a degna conclusione di una giornata fantastica in un posto che per quanto l’immaginassi bello ha di gran lunga superato le aspettative, insieme a compagni di viaggio che hanno ancor più impreziosito la prima ciaspolata di questa stagione.
E se il buon giorno si vede dal mattino… siamo a cavallo!

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