giovedì 29 maggio 2008

Per strade selvagge al Rifugio Elisa


11 maggio 2008

Le esigenze erano chiare: fare allenamento e prepararci per le future e ben più impegnative salite a venire.

E quindi la nostra scelta (mia e del Brünig) è caduta sul rifugio Elisa, in piena Grigna, con un dislivello di quasi 1200 metri, buoni per la gamba, sopra Mandello.

Anzi, Rongio di Mandello.
Val la pena di precisare, perché alla partenza la cosa ci ha fatto arrovellare il giusto.
La scena:
Bruno: "Tutto pronto?"
Io: "Sì"
Bruno: "Bene. Non so esattamente dov'è Rongio di Mandello, hai portato il TomTom?"
Io: "Sì"
Bruno "Bene. Hai provato a cercare Rongio?"
Io: "Sì"
Bruno: "Bene. Lo hai trovato sul TomTom?"
Io: "No"
Bruno: "..."

Perché è importante partire SEMPRE col piede giusto!

Vaccate topografiche a parte, arrivare a Rongio non è un problema. Molliamo la macchina e attacchiamo il sentiero, che entra subito nel bosco.

Dopo un primo saliscendi tranquillo, il primo scorcio della giornata: una grotta naturale della quale prendiamo nota per futura esplorazione con torcie. La foto non è granchè, ma da l'idea (e occhio al guano di pipistrello).


Usciti dal bosco, si comincia a salire sul serio, e il motivo per cui abbiamo scelto questa salita si rende chiaro: personalmente sono un po' giù di fiato, e devo affidarmi ad una prima sosta per bere e recuperare un minimo tra un tornante e l'altro. Anche il fatto che la giornata sia decisamente coperta, a conti fatti si rivela un bene. Anche troppo, forse: le previsioni dicono che il tempo dovrebbe tenere, ma i nuvoloni in arrivo non sembrano aver letto il giornale.

Intanto, il rifugio comincia ad intravedersi in lontananza... ma ci vorranno almeno altre due ore per arrivarci. Sono ancora in cerca di una definizione che descriva al meglio questi luoghi, e Bruno mi viene in soccorso: "Mi piace questa zona, bella selvaggia". Ci ha preso: più di tanti altri posti, questi luoghi sono "esterni", luoghi a parte, certamente non del tutto incontaminati ma di sicuro quel tanto che basta per portarti al di fuori dal resto, quando occorre. (Mi sono un po' incartato, lo so, portate pazienza... ;-) )

Giunge intanto il momento della "macro" di giornata, dedicata alle genzianelle che sul sentiero decisamente abbondano.


Superato un passaggio nuovamente nel bosco, è tempo della seconda sosta presso la baita dell'Aser, e di una fotina alla fauna locale:


L'ultima mezz'ora fino al rifugio è facile, e all'arrivo ci attende il premio: non capisco subito cos'abbia tanto da abbaiare il cane del rifugio, ma guardando meglio me ne accorgo: due camosci, che risalgono la cresta di fronte al rifugio. Sparo lo zoom al massimo ma la foto, seppur sgranata, riesce bene.


Prima di pranzo, c'è tempo di fare antipasto con un panino, e poi ci ritroviamo a tavola con il gestore del rifugio, che praticamente cucina solo per noi e se stesso e apparecchia davanti al camino acceso.

Il fuocherello che va ci spinge ad oziare un po', tanto è presto. Ma visto che nemmeno vogliamo far tardi, affrontiamo la discesa e torniamo a casa.

Che dire... rispetto alla mia ultima uscita è stata tutta un'altra cosa. Una faticata che ci voleva per risvegliare muscoli da un po' troppo tempo arrugginiti, entrare e scaldarci per progetti ben più ampi, già in moto e ben avviati...

2 commenti:

Brünig ha detto...

Sai che mica m'ero accorto di essere in "luoghi 'esterni', luoghi a parte, certamente non del tutto incontaminati, ma di sicuro quel tanto che basta per portarti al di fuori dal resto, quando occorre."?
Pensavo di aver solo fatto un bel giro per monti!!! ;-)))
Occhio a mangiarsi il vocabolario, a volte si fa indigestione!;-)
Scherzi a parte, gran bella giornata...

Anonimo ha detto...

sono salito per due anni a aiutare il festore ho ricordi belli lavoro fatica e spendide serate