lunedì 26 maggio 2008

Una giornata fuori dal mondo

Nell'incanto della Val Codera
4 maggio 2008

Per un lungo momento, chiudendo gli occhi, ho pensato di trovarmi in un altro tempo, ormai dimenticato, che forse noi abitanti di città tendiamo a volte a mitizzare un po' troppo.
Il paese di Codera, in effetti, sembra un luogo fuori dal tempo, e dal mondo. Appeso con le unghie al ripido pendio, ai piedi di selvagge montagne, nascosto alla vista dal fondovalle, non c'è altro modo per raggiungerlo se non usare i propri piedi e lasciarsi alle spalle i circa cinquecento metri di dislivello che lo separano da Novate Mezzola.

Quante cose ci sarebbero da raccontare, di questa giornata in Val Codera...
Si potrebbe cominciare dal collie mezzo addormentato che ci accoglie al parcheggio giù a Novate Mezzola, da dove già possiamo godere di una splendida vista sul Legnone che con la sua imponente piramide bianca di neve domina il paesaggio.
Si potrebbe continuare con la sfilza di gradini e gradoni intagliati nella roccia, che a ripide serpentine risale il fitto bosco di castagni, e della prospettiva sul lago di Novate Mezzola e sul Pian di Spagna che ad ogni passo si svelano sempre più.
Oppure descrivendo la faccia selvaggia di questa valle, col torrente che si fa sentire laggiù, e i fianchi ripidi e boscosi delle montagne.
Potrei anche parlare dell'elicottero che il Teo indovina svolgere servizio autobus, ma è meglio raccontare dell'arrivo alle baite di Avedee, che è un balcone con vista sul fondovalle dove il sentiero spiana e ci prendiamo una pausetta per riempirci gli occhi di una bellezza così.
E continuare con la parte finale del sentiero che porta a Codera scendendo a gradoni e poi risalendo dopo una galleria paravalanghe, in un ambiente da ricordare a lungo.
Potrei raccontare poi della folla in piazza a Codera ad ascoltare le brave personalità che per festeggiare il ventennale della Casa di Valle improvvisano applauditi discorsi che io capisco poco, ma preferisco prendermi una pausa e dire di quel tizio che s'incanta a guardarci addentare i nostri panini a fianco del sentiero per poi andarsene per la sua strada, mentre vengo rapito dall'incanto di alte montagne innevate che bucano la foschia oltre una stretta e profonda gola, e cullato dal profondo suggestivo canto degli alpenhorn che riempie la valle e fa saltare la mia fantasia ad un mondo antico, di cui ho già detto... è forse questa la mitica Arcadia?
Ma il tempo passa veloce e dopo pranzo ci rimettiamo in marcia, ed allora il racconto riprende parlando del ponte di pietra sul torrente che scende a rapidi salti verso il fondovalle, e poi di un secondo ponte, e poi della risalita verso le baite di Cii appese al pendio di fronte ad Avedee, e poi del tratto in costa sul mitico spettacolare sentiero del Tracciolino, che in piano percorre il fianco della montagna, affacciato sul dirupo.
Ma c'è ancora da dire del sentiero che, abbandonato il Tracciolino, scende nel fitto del bosco in fondo al vallone e poi risale al bel paese di San Giorgio, che purtroppo non visitiamo a dovere perchè, dopo aver salutato un viperozzo che ci attraversa la strada impaurito, c'e ancora da affrontare il sentiero che ci riporterà a Novate Mezzola con i suoi quaranta tornanti con panoramica vista lago, vista che come tutta l'incantevole vallata che ci siamo ormai lasciati alle spalle meriterebbe chissà quante foto, ed invece non possiamo farne neanche una, perchè stavolta siamo senza macchine fotografiche.

Quante cose ci sarebbero da raccontare, di questa giornata...
qualcuna ho provato a descriverla, tante sono rimaste impresse nella memoria, e chissà quante ancora ne restano da scoprire lassù in Val Codera, ad un tiro di schioppo dal caos della modernità, eppure così lontana da tutto, immersa nella quiete della natura e nella bellezza di una valle come poche ancora ce ne sono, nelle nostre meravigliose Alpi.

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