lunedì 2 giugno 2008

Finalmente di nuovo sopra i 2000 metri!

... per l'esattezza di soli 9 mt... ma ne avevo troppo bisogno!

Buona la scusa con cui convinco la mia dolce metà a fare una camminata... "Dai, dopo tanti giorni di pioggia, questa domenica le previsioni danno bello... una tranquilla passeggiata in Val Taleggio, pochi passi e ci si ferma vicino una baita a raccogliere il 'paruc' (Erba del Buon Enrico in lingua tricolore, una specie di spinaccio selvatico)..." Ma... vuoi che non sapevo che la stagione era un po' avanti, vuoi che poi quando si comincia a camminare non mi fermerei +, la giornata cambia subito i connotati... Il famigerato arbusto non si trova ed in poco aggiro la situazione con il mio solito detto "Dai Ele, è solo un pratone!!!"... In poco raggiungiamo un passo dal nome non molto invitante, e pure la cima da me indicata come facile porta lo stesso toponimo: Baciamorti (NDR: lascio la spiegazione del nome al sempre mitico sito della Val Brembana http://www.valbrembanaweb.it/cai_piazza/annuario/2001/baciamorti/baciamorti.html).
La giornata è magnifica ed al di là del passo rivedo dopo mesi le mie care vette orobiche, tra cui spicca sempre il gruppo Diavolo-Diavolino. La salita dai 1520 mt del Passo ai 2009 mt della vetta è davvero dolce, un manto verde cosparso di tanti bei fiori che alleggeriscono la fatica a tutti e due. Così, poco dopo il mezzogiorno, raggiungiamo la statua della madonna in vetta, il mio fedele altimetro lancia l'allarme dei 2000 mt superati (da quanto non lo sentivo!!!) mentre purtroppo il cielo va coprendosi di nubi e dalla valle sale una fitta nebbia...



Tempo di un ottimo ma non troppo locale pane arabo con pancetta, si prosegue, nella speranza di finire all'asciutto il nostro pranzo. Dall'erbosa cresta ammiriamo i vicini Pizzo Tre Signori, Il Monte Sodadura e lo Zuccone Campelli, mentre dietro la sagoma del Monte Ponteranica, più a nord, si intravedono pure le nevi del Bernina. Ci fermiamo più a valle, in prossimità dei 'menir' che segnavano l'antico confine tra Venezia e Milano e addentiamo un secondo panino, ma il cielo ci costringe a ripartire di nuovo, minaccioso e carico di nubi dense. Finalmente, vicino al Rifugio Gherardi, più a valle, possiamo goderci un po' il sole (mettersi la crema no, eh?... che scottata!) e rivedere tutto il periplo compiuto... eddai, meglio sto giro che neanche starsene tutto il giorno appollaiati a raccoglier cicoria, no? Anche Elena è convinta, e un bello scatto ad una farfalla che si posa su un fiore di tarassaco è la cigliegina sulla torta di una bella giornata lontano dai lavori pre-matrimoniali... E son sempre più convinto che la montagna è la mia medicina!

1 commento:

Brünig ha detto...

E bravi ragazzuoli... bel giro!
Anch'io non vedo l'ora di tornare a fare un giro per le "nostre" care Orobie, anche se ultimamente sto scoprendo un po' di posti uno più bello dell'altro...
A presto!