giovedì 3 luglio 2008

"Essa ci piace molto"

Una giornata sul ghiacciaio del Breithorn
22 giugno 2008

Domenica sera. In tv danno la partita della nazionale di calcio e naturalmente, da buon italiano medio, la sto guardando. Con gli occhi.
In realtà però, di quello che succede sul campo quasi non me ne accorgo, perchè nella mia testa girano già i ricordi di questa meravigliosa giornata trascorsa per i monti fra pietraie, morene e neve, in gran compagnia.

E di ricordi oggi ho fatto proprio la scorta, a cominciare dal ritrovo alle quattro di mattina, ad un orario che vede la periferia di Milano popolata per lo più da una fauna che con la montagna non c'entra proprio tanto tanto... d'altronde, se vuoi andare sul ghiacciaio del Breithorn e vuoi farlo sparandoti i suoi bei 1400 metri di dislivello partendo da casa, non è che puoi star tanto lì a ronfare sotto le coperte... ad ogni modo siamo in viaggio, e dalle parti di Gravellona Toce il parabrezza si bagna di pioggia: sembra un film già visto, quello del maltempo che ci nega un'uscita su ghiacciaio, e mentre qualcuno resta fiducioso, qualcun altro già individua l'ottima alternativa del rifugio Parpinasca, dove trovare una gustosissima consolazione con le gambe sotto al tavolo.

Sono le sei e mezza, al Passo del Sempione, e le nuvole sono rimaste in Italia. Nel frattempo, noi “milanesi” siamo arrivati prima di chi ha dormito a Simplon Dorf, a dieci minuti da qui... molto bene.
Ma gli altri non tardano, e per le sette, distribuita da parte di Giorgio l'attrezzatura a chi ne ha bisogno, siamo pronti a lasciarci il casermone dell'Ospizio alle spalle. In lontananza davanti a noi già si può ben vedere il Colle del Breithorn con il ghiacciaio bianco di tutta la neve caduta recentemente, e la nostra cima alla sua destra.
Lassù, sulla destra, il Breithorn, la nostra meta odierna

Per alcuni minuti il sentiero prende dolcemente quota fra i prati che circondano il Passo, poi comincia pian piano a salire (costeggiato dall'acqua di un piccolo canale artificiale...) tagliando un ripido pendio, finchè Giorgio si ferma e con un sogghigno che ha un non so che di sadico ci annuncia: “Voi non ci crederete, ma si va di qua.” Guardando a destra, ecco quel che ci aspetta. La stretta e contorta traccia di un sentierino che bella in piedi sale lungo il ripido fianco della montagna.
Ci crediamo, Giorgio, eccome se ci crediamo... e finalmente comincia il divertimento, quello “sano”, fatto di quadricipiti che si fanno sentire, polpacci che mordono, braccia che spingono sui bastoncini telescopici, sudore dalla fronte, e uno stambecco che dal bordo di un costone ci osserva incuriosito...
Attraversiamo una stretta lingua di neve, poi risaliamo la morena, ancora un nevaietto da risalire lungo la linea di massima pendenza, di nuovo morena... pausa. Il panorama che si stende davanti a noi toglie il fiato: sotto di noi il pendio va giù, giù fino a Briga, che s'intravede nel fondovalle, quasi duemila metri più in basso; ma l'occhio è catturato dalle cime, e (vuoi perchè l'ossigeno comincia a scarseggiare, vuoi perchè in fondo un po' scemi lo siamo già di nostro) ci si lancia nell'imitazione di Cochi e Renato, perchè... “L'orizzonte è tuuutta una roba di neve. Bianca, come se fosse neve. Essa va da destra a sinistra – o da sinistra a destra, tanto è lo stesso – su e giù, giù e su. Insomma, a zig zag. Essa ci piace molto.” ...e mi fermo qui, che è meglio. Lo spettacolare panorama: sullo sfondo le montagne bernesi, a destra il Breithorn

Nel frattempo, Orietta si prodiga nello svuotare un po' uno zaino troppo pesante, che ha stancato oltre misura le gambe di un compagno di viaggio, e la roba in eccesso viene nascosta sotto un grosso masso.
Si riparte attraversando una breve ma divertente zona di roccette un po' mobili, per rimettere piede sulla neve, che in molti punti ha il colore rosso ocra della sabbia sahariana portata fin qui dal vento, e dopo un altro po' di strada siamo finalmente alla base del ghiacciaio, e possiamo imbragarci ed infilare i ramponi.
Breve spiegazione di Giorgio sui nodi che si utilizzano in cordata, un saluto al compagno di viaggio ormai troppo stanco per proseguire, che si ferma ad aspettarci qui, e le cordate sono pronte. Con Orietta si legano Marinella e Maurizio, clienti di Montagna e Natura, mentre noialtri ci leghiamo a Giorgio.
I due Andrea e Sara in cordata

Si punta il Colle del Breithorn, dritto davanti a noi, e quando l'avremo raggiunto piegheremo a destra per raggiungere la nostra cima.
Il ghiacciaio è stra-coperto dalle recenti nevicate, non s'intravede l'ombra di un crepaccio, ed in lontananza quattro persone stanno lasciando la loro traccia sul ripido pendio. Si parte.
Giorgio tiene un bel passo regolare, ma lo stesso un crampo bastardo s'impadronisce del quadricipite di un altro di noi, che però grintosamente non desiste; lasciamo così passare avanti la cordata di Orietta, e rallentiamo il passo, inframezzandolo con numerose pause, per far sì che il nostro amico possa continuare senza troppi problemi. Certo le condizioni del ghiacciaio non è che aiutino proprio un granchè, visto che la neve è bella fonda, il sole comincia a scaldarla e tutto questo ci fa affondare, spesso fin quasi al ginocchio, aumentando la fatica e non di poco.
Pian pianino, con pazienza abbiamo risalito un bel po' del dislivello fino al Colle, ma manca ancora il tratto più duro. Così Giorgio decide di cambiare le cordate: due di noi (nel frattempo i crampi hanno mietuto un'altra vittima) passano con Orietta, mentre Marinella e Maurizio prendono posto nella nostra cordata. Giorgio ora aumenta il passo, perchè comincia a farsi tardi, e le nuvole stanno coprendo il panorama. Non senza fatica arriviamo al Colle e, dopo una breve pausa, in circa venti minuti di cammino più agevole la nostra cordata raggiunge finalmente, con soddisfazione, la cima. Maurizio e Giorgio al Colle del Breithorn; sullo sfondo la vetta


Pacche sulle spalle, panini, fotografie, Monte Leone che ci guarda dritto negli occhi (ma che bella montagna...), e soprattutto grandi sorrisi e voglia di restare quassù, tra questi silenzi e questa meravigliosa pace il più a lungo possibile. Momenti da respirare a pieni polmoni, momenti che solo la quieta, magica grandiosità della montagna, forse, è in grado di donare. Giorgio, Dario, Bruno e Sara sulla cima del Breithorn (3401 m.)

Però ora c'è da scendere, e ci si lega di nuovo. In un amen siamo di nuovo al Colle, e da qui Giorgio si butta giù a piombo lungo la linea di massima pendenza, per risparmiare tempo e strada. Incontriamo di nuovo la cordata dei nostri amici, che almeno sono riusciti a raggiungere il Colle, e ne siamo contenti per loro...
Quando il rischio d'incontrare crepacci finisce, le cordate si sciolgono, e d'ora in poi si procederà ognuno del suo passo, chi chiacchierando, chi godendosi qualche momento di solitudine assaporando il gusto di questa giornata.
Ritrovato il nostro amico dove l'avevamo lasciato, dopo una breve pausa a base di nutella e marmellata si riparte a gruppo completo lungo le lingue di neve, che nei punti più ripidi ci consentono qualche bella e spassosa “sciata”, e poi di nuovo la pietraia, la morena e via così.
Ormai nei pressi dell'Ospizio, ci si volta per un attimo ancora ad ammirare la montagna da cui siamo appena scesi, di nuovo severa nella sua imponente lontananza. E provo una sensazione che fatico a spiegarmi, c'è sicuramente la contentezza, ma mi sento anche così piccolo, di fronte alla Natura...

Prima che la giornata finisca, c'è ancora il tempo di una Radler in compagnia giù a Simplon Dorf, all'hotel gestito da una coppia italo-spagnola... stasera da queste parti mi sa che voleranno coltelli... ;-)))

L'ultimo rigore degli spagnoli s'è infilato in rete, in semifinale ci vanno loro... qualcuno a Simplon Dorf festeggerà...
...ma che meraviglia di giornata fra pietraie, morene e neve, in gran compagnia, oggi...

Potete leggere questo racconto anche sul sito dell'amico Bicio: http://www.zainoinspalla.it/resoconti/ghiaccio_breithorn_sempione_1483.asp

2 commenti:

andrea ha detto...

la mia prima volta su ghiacciaio...
una giornata spettacolare!!!
peccato per i crampi...
sotto il colle mi hanno costretto ad una pausa... e poi mi sono definitivamente fermato al colle...
cmunque BELLISSIMO!!!

p.s. la prossima volta obbligatemi a mettere un pò di crema ;-)

Roger ha detto...

Invidia... invidia... e ancora invidia!!! Ma perché queste belle cose le fate qs anno che io non posso... Scherzo, un mare di complimenti ai miei amici alpinisti, ne è passata d'acqua sotto i ponti dal 'pratone'...!!! Quando scenderete ancora sulla terra di noi poveri escursionisti, vi aspetto x 2 passi... sulle pota montagne!