domenica 12 agosto 2007

Pegherolo da scoprire!

Venerdì 10 agosto 2007

Pomeriggio di giovedì 9 agosto, ultimo giorno di lavoro al magazzino della SMI S.p.A.
Daniele a Diego: “domani mattina giretto sul Pegherolo?” (NDR: cima di 2.369 mt nelle Orobie bergamasche, poco sopra gli impianti sciistici di S. Simone).
Diego: “Perché no!”
Venerdì 10 agosto, ore 6.15: Diego chiama Daniele al cellulare: “ma sei proprio sicuro? Per me prima delle 10 sta già diluviando!”
Daniele: “Stai sereno!” (questa frase sarà il motto del giorno!)
Così dopo il randez-vous a S. Giovanni Bianco, i due si dirigono nella ridente località di S. Simone (ad accoglierli, alle 7.40 circa, nemmeno un cane!).
Le nuvole che hanno inseguito minacciose nel viaggio in auto i due amici, sembra si siano fermate a ridosso delle cime poco sopra la zona dei Laghi Gemelli, mentre sopra le loro teste il cielo è terso e soffia un bel vento freddo. Primi passi incerti nei prati sopra la Baita del Camoscio, ed ecco che subito si capisce come mai il nome di tale piccolo rifugio: le creste e le pietraie tutto intorno sono popolate da famiglie intere di questo stupendo ungulato. E poco più in alto si scorgono giovani falchetti intenti ad esercitarsi nella pratica dello… “spirito santo”!
Le nuvole intanto appaiono, però, anche dietro la sagoma del vicino Pizzo Cavallo, avvalorando la tesi di Diego, sempre più convinto che la giornata in montagna durerà poco… ma i due escursionisti proseguono comunque… raggiunto il Passo S. Simone, tagliano a sinistra in direzione della forca tra le due vette del Cavallo e del Pegherolo. Si comincia a studiare la cresta di quest’ultimo, che già da qui sotto ha il suo bel perché! Raggiunta la bocchetta, il vento dimostra la sua efficacia: tutte le cime vanno via via liberandosi dalle nubi e sulle sfondo appaiono svettanti e un poco spolverate di nevischio le Alpi Retiche, dove primeggiano il gruppo del Badile e Cengalo, poi più a destra la mole del Disgrazia ed ancora un po’ nascosto il Bernina. La fiducia ed ottimismo di Daniele iniziano a contagiare così anche Diego, e subito si riparte decisi in direzione dell’affilata cresta.
Alla prima catena posta a sicurezza, si chiudono le racchette telescopiche, che Daniele abbandona sul sentiero, mentre Diego ripone nello zaino, e si cominciano ad usare pure le mani (ce ne sarà bisogno per gran parte del percorso, soprattutto per Diego che, forse a causa della digestione lenta, non è molto sicuro e più di una volta, in alcuni passaggi, ricorre pure alla famosa tecnica “a cagnù” per procedere!!!).
Il tragitto è di quelli tosti: mai nulla di eccessivamente ed oggettivamente pericoloso, ma non ci si può mai deconcentrare: un passo falso o inciampo avrebbe come conseguenza un ruzzolone difficile da arrestare sulle impervie pareti a destra e sinistra della linea di cresta. Diego, solito ad aprire il cammino, lascia oggi la leadership a Daniele che è in forma smagliante! Ed ecco, circa a metà dalla cresta, il punto più difficile: una singolare roccia molto ruvida che declina impervia a destra, mentre a sinistra è praticamente verticale. Per procedere, sono state praticate nella stessa alcune tacche e/o incavi dove assicurare mani e piedi, ma non è molto semplice. Daniele passa abbastanza bene, mentre Diego a metà si blocca: o appoggiare il piede su un piccolo intaglio dove lo scarpone si ferma a malapena, oppure con un colpo di reni alzarsi e camminare sulla sottile cresta rocciosa: nessuna delle due alternative lo ispira, così per la prima volta da quando i due percorrono le vie orobiche, Diego richiama l’amico per un aiuto. Dopo l’ennesimo “stai sereno!” ed un consiglio, l’ostacolo è superato. Ora c’è anche il tempo per tentare di fotografare una marmotta che ha scelto proprio questo luogo impervio per farsi una passeggiata mattutina. Intanto si continua a lanciare lo sguardo sull’ultimo tratto di salita: un “panettone” di roccia chiara che sembra molto restio ad accogliere escursionisti. In poco si è sotto questa roccia terminale: Diego abbandona lo zaino per essere quel poco più agile, soprattutto dopo aver evinto che la prossima difficoltà da affrontare è quella catena che penzola alla sua sinistra… "mamma mia, di male in peggio!" pensa Diego, mentre Daniele è già su un bel pezzo. Ed invece, come sovente accade, ciò che sembra più complicato, si rivela poi più semplice del previsto: un’altra catena che si infila in un camino di roccia bello riparato sblocca finalmente Diego, che da bravo “ganasa” ora sopravanza pure il compagno in una salita agile. Ancora pochi salti di roccia solida ed eccoli finalmente in vetta! 45 minuti buoni di concentrazione e sforzo, ripagati da una vista mozzafiato: tutta l’Alta Val Brembana è li davanti a dar bella mostra di sé, dal sempre stupendo Diavolo di Tenda al Grabiasca, dal Pizzo Becco al Pradella fino all’Arera. Poi di là a sud-ovest, dal Resegone e le Grigne, ci si perde tra le stupende cime del Tre Signori e Trona, poi si prosegue fino al Ponteranica, ed ecco ancora sullo sfondo le Alpi Retiche. Più vicini invece il Corno Stella sopra l’abitato di Foppolo e la cima del Cadelle. Non si sa più cosa fotografare, ma è meglio non stare troppo in vetta: le nuvole che se ne sono state buone fino a quel momento, cominciano a rigonfiarsi e puntare minacciose proprio verso la zona. Il ritorno ovviamente non è più semplice dell’andata, ma il clima è un po’ più disteso, e così una volta di ritorno ai piedi del Pegherolo, i due possono tirare il fiato e valutare meglio l’impresa appena portata a termine: sicuramente una vetta impegnativa e rimunerante, di quelle da raccontare con orgoglio agli amici al ritorno. Al termine dell’escursione, un simpatico complimento i due lo tributano all’unico meteorologo che aveva creduto nel bel tempo la sera precedente: il nostro buon Regazzoni di Olmo al Brembo (esperto meteo dell’emittente locale TV Bergamo), ribattezzato il “Santo del giorno”… mitico!

2 commenti:

Brünig ha detto...

Bella salita Roger, complimenti!!!
Ma... tu in difficoltà?!?
Naahhh, non ti ci vedo!
;-))))

Anonimo ha detto...

Da quando hai la morosa, hai perso energie e sicurezza......Ma siccome la conosciamo direi che ne vale veramente la pena....A queste donne.
Daniele