Domenica sera. In tv danno la partita della nazionale di calcio e naturalmente, da buon italiano medio, la sto guardando. Con gli occhi.
In realtà però, di quello che succede sul campo quasi non me ne accorgo, perchè nella mia testa girano già i ricordi di questa meravigliosa giornata trascorsa per i monti fra pietraie, morene e neve, in gran compagnia.
Sono le sei e mezza, al Passo del Sempione, e le nuvole sono rimaste in Italia. Nel frattempo, noi “milanesi” siamo arrivati prima di chi ha dormito a Simplon Dorf, a dieci minuti da qui... molto bene.
Ma gli altri non tardano, e per le sette, distribuita da parte di Giorgio l'attrezzatura a chi ne ha bisogno, siamo pronti a lasciarci il casermone dell'Ospizio alle spalle. In lontananza davanti a noi già si può ben vedere il Colle del Breithorn con il ghiacciaio bianco di tutta la neve caduta recentemente, e la nostra cima alla sua destra.
Ci crediamo, Giorgio, eccome se ci crediamo... e finalmente comincia il divertimento, quello “sano”, fatto di quadricipiti che si fanno sentire, polpacci che mordono, braccia che spingono sui bastoncini telescopici, sudore dalla fronte, e uno stambecco che dal bordo di un costone ci osserva incuriosito...
Attraversiamo una stretta lingua di neve, poi risaliamo la morena, ancora un nevaietto da risalire lungo la linea di massima pendenza, di nuovo morena... pausa. Il panorama che si stende davanti a noi toglie il fiato: sotto di noi il pendio va giù, giù fino a Briga, che s'intravede nel fondovalle, quasi duemila metri più in basso; ma l'occhio è catturato dalle cime, e (vuoi perchè l'ossigeno comincia a scarseggiare, vuoi perchè in fondo un po' scemi lo siamo già di nostro) ci si lancia nell'imitazione di Cochi e Renato, perchè... “L'orizzonte è tuuutta una roba di neve. Bianca, come se fosse neve. Essa va da destra a sinistra – o da sinistra a destra, tanto è lo stesso – su e giù, giù e su. Insomma, a zig zag. Essa ci piace molto.” ...e mi fermo qui, che è meglio. Lo spettacolare panorama: sullo sfondo le montagne bernesi, a destra il Breithorn
Si riparte attraversando una breve ma divertente zona di roccette un po' mobili, per rimettere piede sulla neve, che in molti punti ha il colore rosso ocra della sabbia sahariana portata fin qui dal vento, e dopo un altro po' di strada siamo finalmente alla base del ghiacciaio, e possiamo imbragarci ed infilare i ramponi.
Breve spiegazione di Giorgio sui nodi che si utilizzano in cordata, un saluto al compagno di viaggio ormai troppo stanco per proseguire, che si ferma ad aspettarci qui, e le cordate sono pronte. Con Orietta si legano Marinella e Maurizio, clienti di Montagna e Natura, mentre noialtri ci leghiamo a Giorgio.
Si punta il Colle del Breithorn, dritto davanti a noi, e quando l'avremo raggiunto piegheremo a destra per raggiungere la nostra cima.
Il ghiacciaio è stra-coperto dalle recenti nevicate, non s'intravede l'ombra di un crepaccio, ed in lontananza quattro persone stanno lasciando la loro traccia sul ripido pendio. Si parte.
Giorgio tiene un bel passo regolare, ma lo stesso un crampo bastardo s'impadronisce del quadricipite di un altro di noi, che però grintosamente non desiste; lasciamo così passare avanti la cordata di Orietta, e rallentiamo il passo, inframezzandolo con numerose pause, per far sì che il nostro amico possa continuare senza troppi problemi. Certo le condizioni del ghiacciaio non è che aiutino proprio un granchè, visto che la neve è bella fonda, il sole comincia a scaldarla e tutto questo ci fa affondare, spesso fin quasi al ginocchio, aumentando la fatica e non di poco.
Pian pianino, con pazienza abbiamo risalito un bel po' del dislivello fino al Colle, ma manca ancora il tratto più duro. Così Giorgio decide di cambiare le cordate: due di noi (nel frattempo i crampi hanno mietuto un'altra vittima) passano con Orietta, mentre Marinella e Maurizio prendono posto nella nostra cordata. Giorgio ora aumenta il passo, perchè comincia a farsi tardi, e le nuvole stanno coprendo il panorama. Non senza fatica arriviamo al Colle e, dopo una breve pausa, in circa venti minuti di cammino più agevole la nostra cordata raggiunge finalmente, con soddisfazione, la cima. Maurizio e Giorgio al Colle del Breithorn; sullo sfondo la vetta
Quando il rischio d'incontrare crepacci finisce, le cordate si sciolgono, e d'ora in poi si procederà ognuno del suo passo, chi chiacchierando, chi godendosi qualche momento di solitudine assaporando il gusto di questa giornata.
Ritrovato il nostro amico dove l'avevamo lasciato, dopo una breve pausa a base di nutella e marmellata si riparte a gruppo completo lungo le lingue di neve, che nei punti più ripidi ci consentono qualche bella e spassosa “sciata”, e poi di nuovo la pietraia, la morena e via così.
Ormai nei pressi dell'Ospizio, ci si volta per un attimo ancora ad ammirare la montagna da cui siamo appena scesi, di nuovo severa nella sua imponente lontananza. E provo una sensazione che fatico a spiegarmi, c'è sicuramente la contentezza, ma mi sento anche così piccolo, di fronte alla Natura...
...ma che meraviglia di giornata fra pietraie, morene e neve, in gran compagnia, oggi...
Potete leggere questo racconto anche sul sito dell'amico Bicio: http://www.zainoinspalla.it/resoconti/ghiaccio_breithorn_sempione_1483.asp
2 commenti:
la mia prima volta su ghiacciaio...
una giornata spettacolare!!!
peccato per i crampi...
sotto il colle mi hanno costretto ad una pausa... e poi mi sono definitivamente fermato al colle...
cmunque BELLISSIMO!!!
p.s. la prossima volta obbligatemi a mettere un pò di crema ;-)
Invidia... invidia... e ancora invidia!!! Ma perché queste belle cose le fate qs anno che io non posso... Scherzo, un mare di complimenti ai miei amici alpinisti, ne è passata d'acqua sotto i ponti dal 'pratone'...!!! Quando scenderete ancora sulla terra di noi poveri escursionisti, vi aspetto x 2 passi... sulle pota montagne!
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