sabato 5 gennaio 2008

Point de la Pierre: neve, fatica e soddisfazione


22 dicembre 2007

“Certe cose bisogna avere proprio voglia di farle...”

Con queste parole il mio capo in ufficio commentava, venerdì 21 dicembre, la mia intenzione di andare per monti con le ciaspole solo il giorno dopo, sabato 22.

Ma a volte, si sente il bisogno di staccare la spina, di lasciarsi tutto dietro, e di gustare la montagna, la neve e la fatica.

Perché di fatica si è trattato, almeno per il sottoscritto.

La meta è di quelle notevoli, la Punta della Pierre, cima di 2653 mt. all'inizio della Val di Cogne. Anche il dislivello non scherza: sono quasi 1200 metri. L'amico Fabrizio di ZainoInSpalla, che ci accompagna oggi, spiega che questa è probabilmente l'escursione più impegnativa che organizza in questa stagione... Sicuramente la più impegnativa che io abbia mai affrontato in un giorno solo...

La partenza è comunque dolce, cominciamo tagliando i tornanti della gippabile che ci porta fino ai primi alpeggi, per accorciare un tratto di strada altrimenti lunghissimo. Il pendio è costante e, sebbene non durissimo, non accenna a diminuire.

Andando dentro e fuori dal bosco, cominciamo ad intravedere le cime dei 4000 che sovrastano la zona, il Gran Combin (qui in foto) e la Grivola (che in effetti i 4000 li sfiora soltanto).

Il cielo è coperto, ma per fortuna non fa freddo, e arriviamo senza problemi all'ultimo alpeggio. Da qui si esce dal bosco e comincia a mostrarsi la cima... Pia illusione: i più allenati ci metteranno un'oretta ad arrivare, gli altri almeno 15-20 minuti in più.

Ed infatti il gruppo si sgrana. La salita ora è davvero dura, e mi metto ad andare con il mio passo, lasciando correre avanti chi ha più gambe di me.

Salendo, noto che riesco a tenere senza problemi il passo di Giovanni, la guida alpina che ci accompagna insieme a Fabrizio. L'euforia dura ben poco: in realtà Giovanni sta molto male di stomaco, e ad un certo punto è costretto a fermarsi, proprio non ce la fa.

La salita, curva dopo curva, sembra non finire mai, la cima sempre alla stessa distanza. Per la prima volta dopo tantissimo tempo mi rendo conto di stare arrivando al mio limite, e ad un certo punto, anche se solo per un breve momento, mi balena in testa un pensiero: “Qua finisce che mi pianto...”.

L'unica soluzione è rallentare ancora il passo, fermandomi quando devo per tirare il fiato, e quelli che sono davanti a me (alcuni addirittura già arrivati) vadano pure...

Alla fine, passo passo, arrivo anch'io, e scopro di avere davvero esaurito anche la riserve, ma questo mi rende ancora più soddisfatto del risultato.

Il primo panino che estraggo dallo zaino nemmeno lo vedo, praticamente lo sbrano in due morsi, e do fondo alle scorte di tè caldo che mi sono portato dietro. Arriva anche Giovanni: per fortuna lo stomaco va meglio, e riesce anche lui a guadagnare la cima. Pian piano recupero, e riesco ad affrontare la discesa in mezzo alla neve fresca (la vera goduria del ciaspolatore, per chi ancora non lo sapesse) con quel tanto che basta di energie per apprezzarla e divertirmi.

Una giornata di fatica come forse non me ne sono mai capitate. Ma, come dice il mio capo: “Certe cose bisogna avere proprio voglia di farle...”


2 commenti:

Brünig ha detto...

Bella gita davvero... complimentoni!
Quanto al tuo limite, mi sa che domani rischierai di raggiungerne un altro... quello enogastronomico!!! ;-D

andrea ha detto...

GRANDE DARIO!!!
io per un pò devo starmene tranquillo...
ma prima o poi torno sui monti...
non vedo l'ora :-)