lunedì 10 settembre 2007

DreiZinnen!

Trek delle 3 Cime di Lavaredo - 5-8 settembre 2007

Ci sono posti che, semplicemente vanno visti. Magari li conosci anche... un po', perchè ne senti parlare, li vedi in cartolina, magari anche alla tv quando ci passa il Giro d'Italia, ma finchè non sei lì non ti rendi davvero conto di ciò con cui hai a che fare.

Le Dolomiti rientrano in questa categoria, e tra esse il posto più "Dolomiti" di tutti, le 3 Cime di Lavaredo.
E' qui che ho deciso di passare 4 giorni delle mie ferie settembrine, insieme all'amico Fabrizio e al suo gruppo di Zainoinspalla. La prospettiva è delle migliori: 4 giorni girando intorno alle Cime, facendo base al Rifugio Locatelli (mt. 2405), che proprio davanti ad esse si trova.

5 settembre

Il viaggio d'andata in macchina parte in modo incoraggiante: sole e vento fresco. Non durerà. Entrati nella provincia di Bolzano, la temperatura cala e si scatena una simpatica bufera di neve. A quel punto, qualcuno in macchina sgancia la fatidica domanda:
"Cosa dicevano le previsioni del tempo nell'Alto Adige?"
"Tempo bello fino a sabato!"

Perfetto.

Ci lasciamo alle spalle svariati cartelli stradali (tra cui uno recante la scritta "Ahrntal", mah...) (questa la lascio lì per il Brunig, lui capirà... ;-) ) ed entriamo in San Candido.
Arrivati al Rifugio Tre Scarperi, punto di partenza per la salita al Locatelli, il tempo pare aprirsi, e darci modo di consumare addirittura all'aperto i nostri panini.
Una volta partiti, ci rendiamo conto abbastanza rapidamente che il nostro ottimismo meteorologico è destinato ad essere frustrato. Man mano che saliamo, aumentano le nuvole ed il vento, prima freddo, poi decisamente polare. Ed è solo ora che mi rendo conto di un'agghiacciante verità: mi sono dimenticato i guanti! La fatica della salita, non ripidissima ma costante, mi permette di dimenticare il gelo che mi attanaglia le dita, e posso cominciare a gustarmi le prime vedute che questo spettacolo naturale ci offre. E finalmente, le vedo: le Cime! O meglio, quello che le nuvole ci permettono di vedere. Arrivati al rifugio, affidiamo all'indomani le speranze di bel tempo ed entriamo per trovare riparo e calore.
Nelle camere fa un freddo MAIALE, a cui ovvierò sfruttando tutti i piumoni e le coperte supplementari a disposizione. Dopo una sciacquata veloce (la doccia potrà aspettare), consumiamo la serata mangiando, giocando a carte e guardando fuori. Sempre nuvolo. Sperèm...

6 settembre

Il tempo è sempre brutto, seppure non come ieri, ma il solito freddo polare (almeno un paio di gradi sotto zero c'erano tutti) non ci impedisce di fare quello per cui siamo qui: uno splendido anello letteralmente intorno alle 3 Cime. E qui il problema dei guanti si ripresenta in tutta la sua crudezza, ma vengo salvato da un'anima pia che, dotata di un paio supplementare, me lo presta. E che Dio la benedica per questo, visto che man mano che proseguiamo nell'anello il vento non diminuisce, semmai aumenta. Fino all'ora di pranzo proseguiamo ben protetti dai nostri strati di vestiario, facendo sosta prima al Rifugio Lavaredo e poi al Rifugio Auronzo, che onestamente ricorderemo solo per i prezzi pazzeschi di cibo e bevande: il vostro, per un secondo, formaggio, una Coca e UN pezzo di pane, si è visto chiedere quasi 20 Euro! Ed era un self-service...
La fatica ed il salasso sono ripagati dalla seconda parte dell'anello: qui le Cime si presentano in tutto il loro splendore, ricordandoci che ne valeva la pena, e quanto... Non so più quante foto ho fatto, alcune anche in bianco e nero (una ve la lascio qui):


Davanti a noi vediamo il Locatelli che ci aspetta, ma per raggiungerlo dovremo prima ridiscendere nel vallone, poi risalire i nostri bravi 400 metri circa di dislivello, passando anche davanti ad una delle molte grotte scavate dai soldati durante la guerra del '15-'18.
Arrivati al Rifugio, mando a dar via il freddo e mi concedo una doccia bollente. Anche la sera promette meglio: la stellata che vediamo prima di andare a dormire ci fa promesse che ci piacerebbe veder mantenute...

7 settembre

...Ed è proprio così! Alle 7:45 del mattino la vista uscendo dal rifugio è assolutamente indimenticabile, e mi concedo la vanteria di una foto davanti alle Cime (l'immagine d'apertura). Per non rovinarvi i monitor
(e anche un po' scusandomi con le Dolomiti), ve ne posto un'altra senza "intrusi" :

Il programma riserva per noi il giro più lungo del trek: saliamo fino al Rifugio Pian di Cengia, poi al Rifugi0 Comici, proprio sotto Cima Dodici. Il tutto sotto un sole splendido, ma anche con un vento sempre micidiale, che ci costringe a stare ancora coperti.
A partire dal Comici, però , le cose cambiano, e finalmente camminiamo al caldo. Mentre scendiamo verso la Val Fiscalina, incontro a noi salgono al rifugio valanghe di escursionisti, e i saluti si sprecano: "Ciao", "Salve", "Hallo", "Ponciorno" (???). Praticamente siamo gli unici a scendere mentre il resto del mondo sale, ed arrivati in fondo alla Valle, troviamo un posto per pranzare. Per 20 minuti scarsi, perchè non appena ci siamo seduti, il sole decide simpaticamente di scomparire dietro una forcella in quota, e ci ritroviamo di nuovo all'ombra. Decidiamo così di risalire lungo il corso del torrentello che ci affianca e troviamo un altro posto soleggiato (stavolta fisso) per il relax di prammatica. Abbiamo parecchie ossa da riscaldare!

Questa foto è presa un attimo prima di venire colti da un po' di sana e meritata stupidera, che avrà come risultato una guerra a schizzi...
Finita la pausa, risaliamo verso il Rifugio Locatelli, e la vista acuta del ferrarese Riccardo ci premia con l'immagine di un camoscio.

Di ritorno al rifugio, mi concedo il tempo per testare le capacità di ripresa video della mia fotocamera, e realizzo una panoramica che provo a postarvi qui:



Il crapone che vedete comparire è del Fabrizio di cui sopra: aveva avuto la mia stessa idea, ma fotografando...

Arriviamo al Locatelli in maniche corte e, soprattutto, belli rossi in viso! Era ora...

8 settembre

E' l'ultimo giorno. Partiamo sotto lo stesso sole splendido di ieri e affrontiamo la breve salita che ci porta ai piedi della Croda dei Baranci, prima di picchiare verso la Val Campo di Dentro e tornare a casa.
E qui Fabrizio ci propone l'ultima sorpresa: un breve passaggio con catene, che per alcuni è una novità assoluta, ma a me riporta in mente il divertimento del Sentiero delle Orobie...
Ultima variazione sul tema: Fabrizio addocchia un ghiaione che si può scendere a balzelloni, e ci si butta a capofitto. Lo seguiamo, e io trovo anche il tempo per capitombolare tra uno zompo e l'altro, ma c'è chi ha fatto di peggio...
C'è chi già sogna l'uovo con speck e patatine e i dolci del Rifugio 3 Scarperi, ed infatti all'arrivo ci fiondiamo a scofanarceli sotto un sole splendido.

E poi bisogna tornare. Le ore di macchina (ma tante, eh?) non cancellano tutto quello che ho visto.

Perchè ci sono posti che, semplicemente, vanno visti.

Fabrizio, grazie per averci portato.

Sonia, grazie per i guanti.

Luigi, occhio al ghiaccio. E alle catene. E ad Orietta Berti.

1 commento:

andrea ha detto...

Grande Dario...
sicuramente un fantastico giro...
Posti incantevoli... Belle foto... Bel racconto...
quando decidi di tornare fai un fischio che se avanza un pò di tempo mi aggrego volentieri... :-)