giovedì 13 settembre 2007

Una giornata di festa e panorami

E un rifugio da inaugurare…
9 settembre 2007

“Voi mi vedete così… ma è perché son contento!”
In effetti, dall’occhio di Giorgio traspare proprio contentezza.
Lo incontriamo verso le dieci di questa mattinata limpida e senza nuvole in paese a Trontano, dove è sceso in jeep per portarci su al rifugio all’Alpe Parpinasca, che ha appena preso in gestione con la sua società “Montagna e Natura”, e che sta inaugurando questo weekend.
Dopo il giro di presentazioni ed un veloce caffè, prendiamo posto sul fuoristrada e si va. Lungo il tragitto parte la chiacchiera, e Giorgio si sbizzarrisce nel raccontare i mille piccoli intoppi e scocciature di questi primi giorni da rifugista, dal baccano del generatore a gasolio del rifugio, fino alla mancanza di segnaletica lungo il sentiero (la cui partenza giù in paese non è indicata…) ed alla chiusura della strada consortile al traffico (quando fino a poco tempo fa il Comune forniva i permessi per percorrerne un bel tratto)…
Tra una chiacchiera e l’altra, usciamo finalmente dal bosco per ritrovarci al rifugio, dove Orietta è la prima a salutarci, per poi dare il cambio a Giorgio nel servizio-taxi.
Il posto è veramente molto bello, affacciato com’è sulla Val d’Ossola. Si possono vedere benissimo in basso i solchi della Val Divedro, che s’incunea in direzione del Sempione e della Svizzera, e l’imbocco della Val Formazza, mentre alzando lo sguardo dritti davanti a noi si mostrano le montagne della zona del Devero, Cistella, Diei, Rossa, fino all’Arbola ed un sacco di altre che Giorgio conosce come le sue tasche, io decisamente meno. Il paesaggio è talmente bello che sembra dipinto, e dai pendii della Val Vigezzo sotto di noi si allarga come un immenso abbraccio… sono senza parole…
Sarebbe da restare qui chissà quanto a riempirci gli occhi di tanta bellezza, ma Andrea e io abbiamo anche voglia di far andare le gambette un po’ anchilosate al termine di un’estate non troppo ricca di camminate, e ci facciamo suggerire un percorso. Giorgio c’indica un colletto panoramico ad un’ora circa dal rifugio, e così c’incamminiamo in compagnia di Claudio, che era insieme a Giorgio giù in paese e che abbiamo conosciuto nell’occasione.
Dapprima rimontiamo il pendio tagliando i prati in verticale, passando di fianco ad alcune belle baite sotto lo sguardo non granché interessato di qualche vacca al pascolo, fino ad incontrare una traccia che si dirige verso la nostra meta. Il sentiero passa attraverso un altro gruppo di baite in una radura altrettanto panoramica (certo che gli alpigiani se li sapevano scegliere eccome, i posti!), poi s’inoltra nel fitto del bosco – e di ciò lo ringrazio di cuore – e risale il pendio a zig zag, senza mai essere faticoso.
A mezzogiorno siamo ai 1728 metri dell’Alpe Nava, fuori dal bosco, e non sappiamo più da che parte girarci!
Da una parte un selvaggio vallone boscoso s’arrampica verso i ghiaioni e le creste che danno verso la Val Grande, mentre dall’altra, oltre la piana di Domodossola è tutta una parata di roccia, ghiaccio e neve, con Sua Maestà il Rosa, e poi i 4000 svizzeri, il Leone, e chi più ne ha più ne metta…
Le macchine fotografiche fumano per il troppo utilizzo, mentre noi ci portiamo nei pressi di una piccola croce metallica a fare altre foto, anche qui vorremmo restare molto tempo in più… ma giù al rifugio ci aspettano per il pranzo, e dopo una mezz’oretta riprendiamo il sentiero, stavolta in senso inverso. La fame in effetti si fa sentire, e mi fa tenere un passo un po’ più allegro…
e l’accoglienza che riceviamo al termine della passeggiata è spettacolare quanto questi luoghi: non abbiamo ancora messo piede in sala da pranzo, che già tre piattazzi stracolmi di polenta, ragù, spezzatino e costine a volontà ci strizzano l’occhiolino!!!
“Maccarone, tu me provochi? E io me te magno!” diceva Alberto Sordi, ed il nostro pranzo in un batter d’occhio sparisce dal piatto per finire dov’è giusto che sia… veramente gran mangiata, complimenti ai cuochi!
Dopo pranzo Giorgio (che nel frattempo ha l’occhio sempre più “contento”) tenta a più riprese di convertire Andrea all’uso di alcool (grappa, nella fattispecie) ma il risultato non è quello sperato, ed allora tocca a me fare un “sacrificio” (?) e di buon grado accetto l’ammazzacaffè d’ordinanza… ;-)
Il pomeriggio lo passiamo in totale svacco seduti sul muretto del rifugio a riempirci gli occhi di montagne e i polmoni di ossigeno, mentre ai tavolini giocano a carte tra una madonna e l’altra…
Quando si sta bene il tempo vola davvero, e così arriva l’ora di tornare verso casa, non prima di esserci fatti scattare una foto ricordo insieme a Claudio, Giorgio e l’indaffaratissima Orietta. Dopo aver abbozzato con Giorgio un progettino per il prossimo futuro – che speriamo tanto di riuscire a realizzare – ed una pacca sulla spalla, decidiamo d’incamminarci verso la macchina, e per il ritorno ci tuffiamo nel fresco del bosco lungo il Sentiero Natura, fino a trovarci di nuovo in paese.

Quando il motore della macchina s’accende, quello che resta è il ricordo di una giornata splendida passata in ottima compagnia, una giornata di quelle che ti riempiono il cuore.

Ancora grazie di cuore all’amico Giorgio e ai suoi collaboratori, ed una montagna di complimenti e di “in bocca al lupo” per la vostra nuova attività: se il buongiorno si vede dal mattino, allora siete a cavallo!

1 commento:

andrea ha detto...

una giornata davvero spettacolare...
ogni giorno mi perdo un pò riguardando le foto... raccontando ad amici di questo bellissimo posto...
che dire???
GRAZIE... a GIORGIO ed ORIETTA, per la bellissima accoglienza, disponibilità, per la gioia che traspariva dai loro occhi... è stato davvero un piacere conoscerVi e spero di rivedervi presto...
GRAZIE a CLAUDIO... per la piacevole compagnia... speriamo di ribeccarci presto in questo splendido rifugio...
GRAZIE a BRUNO... per la tua amicizia... per avermi fatto incontrare la "nostra guida" ... per la bellissima giornata trascorsa insieme... GRAZIE...