sabato 22 settembre 2007

In cima alla Grignetta

Ovvero: come salire per un sentiero credendo di trovarsi da tutt’altra parte… E scoprire che quello sbagliato era meglio!

Quando, negli ultimi mesi, si doveva decidere col Brunig un giro da fare, magari anche all’ultimo momento, lui spesso tirava fuori un suo classico: “Andiamo sulla Grigna?”. Oppure una variazione sul tema: “…E la Grignetta?”. Alla fine ho ceduto alle sue insistenze, anche perché l’idea di salire in cima alle “Dolomiti di Lombardia” l’ho sempre cullata anch’io…

…Ed ecco come, in un frizzante sabato mattina, io ed il suddetto Brunig ci siamo ritrovati a Pian Dei Resinelli insieme a Diego ed Elena, per dare l’assalto alla Grigna Meridionale. Non prima, però, di aver ceduto alle lusinghe e soprattutto ai profumi del vicino bar-panetteria per il classico caffè+brioche (viva la nutella!).

Prudenza ci invita, per questa prima ascesa, ad affrontare la salita passando per la Cresta Cermenati, la via più facile, non a caso indicata come semplice “escursionistica”.

Iniziando il sentiero, notiamo le prime paline che, fra le altre vie, indicano la strada per la “Direttissima”. Pur se la tentazione è forte, restiamo sulla strada già decisa. Ma la prossima volta…

La prima parte del sentiero è morbida e facile, e ci permette ampie soste-foto. La foschia del mattino genera un bell’effetto sulle montagne in lontananza. Il risultato lo vedete qui sotto, a scopo desktop…

Continuando la salita, ecco il primo momento topico della giornata: una coppia di camosci, adulto e cucciolo, che salgono sulla cresta alla nostra sinistra. Decido di mettere alla prova la mia “compatta-digitale-mascherata-da-qualcosa-di-più” e tento di immortalarli nonostante la distanza notevole. Riesco a centrarli in cima alla cresta. Avendo dovuto pompare lo zoom digitale al massimo, la foto risulta un po’ sgranata, ma il risultato mi sembra più che soddisfacente. A voi giudicare.

Dopo la prima ora di cammino, il sentiero spiana di colpo, e ci porta sempre più a ridosso delle pareti di roccia: cominciamo ad intravedere i primi scalatori all’opera…

Il gioco comincia a farsi un po’ più duro: ben presto diventa necessario riporre le bacchette e impegnare anche le mani sulla roccia per issarci nei punti più difficoltosi. Ed è a questo punto che comincia a sorgere, in noi, il LEGGERISSIMO sospetto di avere sbagliato strada: come fa una semplice escursionistica a salire con una verticalità da “escursionisti esperti”? La riflessione continua, ma la realtà è che ci stiamo divertendo un mondo, e continuiamo a salire.

Vedendo arrivare un altro gruppo di ragazzi, rompiamo gli indugi e rivolgiamo la fatidica domanda: “Scusate, è questa la Cresta Cermenati?” Risposta: “No, questo è il Canalone Porta…”

Perfetto.

Stiamo salendo da tutt’altra parte rispetto a quello che ci eravamo prefissati. Dopo una breve verifica scopriamo di dover tornare indietro ad un bivio che, evidentemente, ci eravamo lasciati scappare, per recuperare il sentiero maestro. Bivio che, naturalmente, risulta PERFETTAMENTE evidente non appena vi torniamo…

All’attacco della Cresta (quella vera), incrociamo un signore in discesa dalla cima il quale, a nostra richiesta sulle condizioni del sentiero, risponde: “Il sentiero è facile, in un’oretta si sale, ma è una pizza mostruosa…”.

In effetti, scopriamo ben presto che il Canalone Porta era molto più divertente, anche perché, per via del ritardo, ora camminiamo sotto il sole a martello di mezzogiorno. Ed infatti, esaurisco presto le mie scorte d’acqua e mi ritrovo con la lingua felpata…

Verso l’una arriviamo in vetta, e ci piazziamo presso il Bivacco Ferrario… Chiedendoci se non ci si debba aspettare di vederlo prima o poi decollare come uno Sputnik. La foto spiega tutto!

A questo punto possiamo pranzare con tutta calma. Unico diversivo i gracchi che amabilmente svolazzano sopra le nostre teste, tra cui alcuni abbastanza temerari (e scafati) da posarsi vicino a noi, in attesa di ottenere uno spuntino di straforo. Inquadratura premio al più coraggioso!

Dopo un momento di legittimo svacco, anche in contemplazione del Grignone e del Rifugio Brioschi in lontananza, decidiamo di scendere. E qui la Cresta conferma tutta la “pizzosità” dell’andata: non finiva mai!

All’arrivo, davanti a un ben meritato trancio di pizza, maturiamo due decisioni:

1) Al prossimo giro finiremo il Canalone Porta lasciato a metà;

2) e comunque la Direttissima non ci sfuggirà! Prima o poi…

3 commenti:

Brünig ha detto...

La prima volta che vidi le Grigne (da Barzio) era un gennaio di metà anni '80 pieno di neve, ed ero un bocia... quelle montagne mi sembravano così lontane ed inaccessibili... forse fu proprio allora che cominciai ad amare i monti...

Prima o poi ci si torna, eccome!!!
(ma che nessuno dica ad Elena cosa c'è scritto sui cartelli!!!) ;-)))

Roger ha detto...

Bravo Dario, bel racconto!
Ha ragione Bru... se ma idovrò affrontare ancora quella bellissima strada che dalla Val Taleggio porta in Valsassina (miiiii!!!), la salita si fa x un via + divertente! A costo di passare da EE a EEA!
Bellllaaaaa!!!!

andrea ha detto...

mi sto prenotando per la prossima volta...
quella mattina ero ancora di matrimonio... e poi il sabato per me è un pò un "casino"
ma la prossima volta ci sarò ;-) spero...
un abbraccio...
il "barba"... :-)